I tassi di interesse su azioni ed obbligazioni raggiungono vette inimmaginabili solo fino a quale mese fa. Un processo che è conseguenza diretta dello spread subito dai Btp e che ha come corollari tutta una serie di situazioni negative per chi si rivolge agli istituti di credito per chiedere un fido.
Del resto, le banche devono rivalersi giocoforza verso la clientela per rifarsi dei tassi d’interesse patiti in questo stato di crisi economica. Con il pagamento di cedole di azioni e obbligazioni a scadenza, il cui valore nominale è sottoposto agli effetti dello spread, gli istituti di credito devono dunque far fronte a questioni delicate, direttamente legate alla liquidità (alla quale la Bce sta cercando di far fronte spingendo i governi nazionali alla ricapitalizzazione delle banche più fragili e sottoposte agli effetti della crisi).
Questo il motivo per cui le banche stanno applicando tassi d’interesse notevolmente maggiorati sui prestiti, in maniera specifica quelli a breve termine. Le percentuali passano da un minimo del 4% (ma si tratta di autentiche mosche bianche) passando per il 5-6% per la stragrande maggioranza delle operazione fino a giungere, per i clienti più sfortunati ad un assai desolante 7%.
Su questo stato di cose è stato molto duro il commento di Vincenzo Cangioli, il Vicepresidente dell’Unione Industriale Pratese ‘Le imprese sono in difficoltà. I fidi a medio termine sono richiesti normalmente per finanziare nuovi investimenti, ma con le percentuali che girano in questo periodo diventa tutto più complicato. Le banche stanno pensando solo a mettere in sicurezza i propri bilanci, venendo meno alla loro funzione primaria, ovvero quella di incentivare e supportare le attività economiche’.
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