«Lo sforzo è stato massimo ma occorre ancora rivedere qualche base dell'impianto complessivo - spiega - in questa situazione, abbiamo prorogato il piano precedente, al fine di non generare incertezza nel mercato e nelle 'posizionì degli operatori».
«Qualcuno chiede di mettere all'asta i numeri più contestati, ossia il 7, l'8 e il 9. È sbagliato. La legge prevede un criterio chiaro e predominante, vale a dire le abitudini degli utenti - conclude - è solo su tale base che l'Autorità può pianificare, senza introdurre dunque criteri economici, come quelli necessariamente legati a un'asta, che si scontrerebbero con il criterio legislativo».