Nicki Minaj è il nuovo fenomeno rap al femminile ed era una cosa che non capitava da tempo, diciamo dal boom di Missy Elliott e poi da quello più limitato di Eve. Ma ormai erano passati quasi una decina di anni. Il rap game rimane infatti un campo ancora molto maschile e misogino in cui le donne spesso vengono relegate a cantare giusto i ritornelli e quindi la Nicki sembra arrivata qui per rimescolare di nuovo le regole, grazie a una potenza di flow notevole che nulla ha da invidiare ai colleghi macho gansta rappers.
Dopo aver tirato fuori le unghie in una serie di featuring per vari artisti da Drake a Ludacris, da Beyoncé a Christina Aguilera, più un’ospitata allucinata su “Monster” contenuta nel disco capolavoro di Kanye West, nel suo album d’esordio “Pink Friday” alterna parti rabbiose ad altre in cui tira fuori un inedito e inaspettato lato dolce e lambisce territori un sacco pop.
Tra le guest-star del disco c’è anche Rihanna: c’è poco da fare, ultimamente la ragazza compare ovunque ma è talmente in stato di grazia che quando c’è lei il suo contributo è sempre e comunque notevole: dopo i pezzi con Jay-Z, T.I., Eminem, Kanye West, David Guetta e Bono, qui la sua voce rende “Fly” un pezzo davvero fly.
Nicki Minaj - Fly (feat. Rihanna) by MalkiieDior
Le basi dell’album di Nicki sono molto varie: se a tratti si va persino in campo drum’n’bass, altrove c’è qualche richiamo al pop degli anni ’80, come il campionamento della storica “Don’t you forget about me” dei Simple Minds in “Blazin” con Kanye West, mentre in “Check it out” viene ripresa la super classica “Video killed the radio stars” dei Buggles
mentre “Your love” fila dritta nei 90s campionando il mitico “oooh” della “No more I love you’s” di Annie Lennox.
Un album d’esordio davvero valido e vario, in grado di trasmettere ottime vibes e lasciare con la sensazione che per la ragazza il meglio debba ancora venire. Intanto, forse anche per mancanza di una vera concorrenza, la nuova regina dell’hip-hop è lei.(voto 7+)