Nella Lega è poi accaduto un fatto completamente inaspettato, almeno da me. Invece di ereditare i voti persi da PDL e di andare verso il previsto 14/15%, ha mantenuto solo i voti pervicaci di chi vuole mitragliare gli extracomunitari e rom, uniti ai secessionisti borgheziani della prima ora, mentre i voti operai e di protesta raccolti fino a ieri, uniti ai leghisti di ultima raccolta, stanchi dei comportamenti di un premier che hanno sempre mal sopportato, hanno seguito la stessa via. Tutto questo non significa per nulla voti consolidati e convinti, il voto di Napoli che premia un outsider comunque discutibile, invece del candidato PD lo conferma. Tutto questo sarebbe illusorio se lo si volesse ritenere come un sicuro trend per il futuro. Ricordo che la seconda parte della scorso quinquennio berlusconiano fu costellato da sonore sconfitte elettorali incluse le regionali trionfali per il centrosinistra con un sonoro 12 a 2 e il funereo Fede che cambiava mesto il colore delle bandierine. Eppure alle successive politiche la coalizione di centrosinistra che appariva lanciatissima, nella pratica pareggiò rimanendo sottoposta ad un biennio di quasi ingovernabilità, prodromo della succesiva pesante sconfitta. Quindi credo, ancora tanto, tanto lavoro da fare e cose da non sbagliare, perché come già dimostrato, il sentiment della massa fluttua rapidamente e basta qualche nuova promessa mirabolante dell'ultimo giorno per spostare percentuali di voto rilevanti. A questo punto però la cosa più interessante è cosa succederà nei prossimi due anni, cosa alla fine vitale per il paese.
Gli scenari sono ovviamente molti e con differenti gradi di probabilità. E' impossibile prevedere quale accadrà con sicurezza, ma è facile valutarne le conseguenze per ognuno. Sgombrata subito l'opzione impossibile di una spontanea uscita di scena considerato il personaggio, le possibiltà rimangono: un traccheggio di due anni oppure una rivolta della Lega o dei mercenari acquisiti da poco con due opzioni, elezioni immediate o governo tecnico per cambiare la legge elettorale e poi voto. Le prime due soluzioni sono le più probabili alla pari, la terza, sebbene migliore, un po' più difficile, per la difficoltà di accordare le troppe voci dissonanti, ma tutte e tre tragiche comunque per il paese. Nel primo caso, il più tremendo si assisterebbe ad un biennio con una rincorsa continua alla spesa clientelare dettata dall'unico scopo di ricomprare voti. Il baratro economico, ben lungi dall'essere evitato, si aprirebbe in maniera mortale e forse definitiva a forza di provvedimenti per contentare questa o quella lobby, per spargere danaro improduttivo a tutti i questuanti presunti portatori di voti. Il secondo caso, porterebbe forse ad una vittoria di misura del centrosinistra con l'apertura di un periodo molto difficile da gestire e, tra l'altro già visto, a causa della discordanza di intenti da parte delle molte voci necessarie a raggiungere la vittoria accoppiato ad una maggioranza comunque risicatissima in Senato.
Il terzo scenario non garantirebbe un risultato diverso dal secondo, ma quantomeno darebbe maggior tempo al centrosinistra di organizzare una offerta più valida che, se non venissero fatti gravi errori, potrebbe dare un risultato un po' più solido. Nella realtà il nostro paese è di fronte ad una situazione davvero difficile. Tasse altissime, casse vuote, economia esangue. Impossibile a chiunque abbassare le prime, fare nuovi debiti per rilarciare il paese, risolvere almeno parzialmente il debito pregresso, palla al collo che impedisce qualunque decollo. La sola soluzione potrebbe essere quella, nei fatti impraticabile, di una große Koalition alla tedesca, che comprendesse la quasi totalità dei partiti per fare tutti quegli interventi assolutamente impopolari che contribuissero a tagliare il debito, unica via per poter, dopo un periodo di lacrime e sangue, ripartire alla pari con gli altri. Questo è il solo tipo di governo in grado di poter prendere queste misure necessarie ed obbligatorie, senza timore di perdere consenso, unica preoccupazione di ogni parte che governi da sola e che ha condotto alla situazione attuale. In Germania, pur considerando che partivano da una posizione migliore della nostra, lo hanno fatto con successo. Per noi è troppo duro, credo che sarà un sogno impossibile.
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