Credit: NASA/JPL-Caltech/ASI/Cornell
Titano, la grande luna di Saturno, potrebbe riservare nuove sorprese nel prossimo futuro: se i modelli sono corretti, le condizioni meteorologiche movimenteranno il paesaggio durante il cambio di stagione, dalla primavera all'estate nell'emisfero nord: i ricercatori ritengono che gli uragani e i cicloni potrebbero iniziare ad imperversare e le onde potrebbero propagarsi attraverso i mari di idrocarburi.
Le attuali ipotesi cercano, così, di dare un senso ai dati ottenuti dalla sonda della NASA Cassini in questi anni di osservazioni e di indicare agli scienziati dove e quando cercare eventi atmosferici insoliti.
"Se pensi che fare il meteorologo sulla Terra sia difficile, può esserlo ancora di più su Titano", ha detto Scott Edgington, del progetto Cassini al Jet Propulsion Laboratory della NASA, Pasadena, in California.
"Sappiamo che al lavoro su questo strano mondo ci sono processi meteorologici simili a quelli presenti sulla Terra ma con delle differenze causate della presenza di liquidi non familiari, come il metano. Non vediamo l'ora che la Cassini confermi le nostre previsioni continuando il suo tour attraverso tra la primavera e l'inizio dell'estate nell'emisfero nord di Titano".
Le stagioni di Titano durano circa sette anni terrestri, così, entro il 2017, proprio verso la fine della missione Cassini, l'emisfero settentrionale di questa luna di Saturno sarà in piena estate.
E' stato già visto che il vento scolpisce le dune su Titano ma gli scienziati erano rimasti perplessi perché invece, non sono mai state osservate onde sui mari.
Così, un team guidato da Alex Hayes, membro del team del radar della sonda Cassini, presso la Cornell University, Ithaca, New York, ha cercato di capire quale forza del vento sarebbe necessaria per generare onde in mari di idrocarburi.
Il nuovo modello, appena pubblicato sulla rivista Icarus, migliora i precedenti, compatibilmente con la gravità di Titano, la viscosità e la tensione superficiale del liquido nei laghi e il rapporto di densità aria-liquido.
"Ora sappiamo che le velocità del vento calcolata durante il periodo osservato dalla Cassini [su Titano], è stato al di sotto della soglia necessaria per generare onde", ha detto Hayes.
"Quello che è emozionante, però, è che la velocità del vento prevista durante la primavera del nord e la prossima estate si avvicina a quella necessaria per generare onde eoliche in liquidi come l'etano e / o il metano. Presto potremmo vedere un'onda in uno dei luoghi più esotici del Sistema Solare".
Il base alla nuova ricerca, ci vorranno venti a 2 o 3 chilometri all'ora per generare onde sui laghi di Titano, una velocità che ancora non è stata raggiunta ma che potrebbe verificarsi proprio con il prossimo cambio di stagione.
A seconda della composizione dei laghi e dei mari, venti con queste velocità o superiori, potrebbero produrre un'onda alta 0,15 metri.
Qualche mese fa, sempre sulla rivista Icaro, era stato pubblicato un altro studio che prevedeva la formazione di cicloni tropicali nell'emisfero nord.
Questi eventi sulla Terra traggono la loro energia dall'accumulo di calore nell'acqua del mare e versioni in miniatura sono state osservate sui laghi terrestri più grandi. Il nuovo modello, redatto da Tetsuya Tokano dell'Università di Colonia, in Germania, dimostra che gli stessi processi potrebbe verificarsi su Titano anche se il liquido in questione è metano e non acqua.
La stagione più probabile per questi uragani sarebbe proprio il solstizio d'estate nell'emisfero settentrionale, quando la superficie del mare diventa più calda e il flusso di aria vicino alla superficie più turbolento.
Affinché questi uragani possano verificarsi, ci deve essere il giusto mix di idrocarburi nei mari ma "c'è grande incertezza, e molti possibili tipi di idrocarburi": se li vedremo allora vorrà dire che c'è abbastanza metano per sostenere questo tipo di attività.