Visto al cinema.
Metà anni '80, un gruppo ragazzo omosessuale fonda un organizzazione per raccogliere fondi per i minatori in sciopero... del gruppo fanno parte 7 persone. Dovranno vedersela con il menefreghismo che li circonda, l'omofobia dei vicini, ma soprattutto la diffidenza dei minatori stessi; verrà gentilmente declinata la loro offerta da parte dei sindacati e loro sceglieranno un paese del Galles a cui portare direttamente i soldi.
Commedia britannica che parla di lotte per i diritti in quella fase storica inglese che grazie a Ken Loach è diventata paradigma cinematografico per tutta l'Europa.
Va detto, che questo è un film lineare, che vuole colpire il pubblico con la vittoria contro le sopraffazioni (anche se si sa com'è finita la lotta dei minatori), mostrando la solidarietà che supera le differenza (e questo solo insegnando a ballare...), mostrando i soliti buoni che sono buonissimi e i soliti cattivi cattivissimi.
Tutto sommato però funziona.
Intrattiene con piglio allegro, costruisce scene veramente molto belle (qualche esterno gallese standard e interni realizzati benissimo, su tutti vince la casa geometrica con carta da parati alla Hess della cattiva di turno), riesce a commuovere mettendo insieme una serie di agnizioni (rivolte sociali, rapporti familiari complicati, AIDS, ecc...) e portandoli tutti fino in fondo (come a dire che i soliti mille cliché messi insieme riescono ad essere efficaci).
Inoltre va sottolineato che, nonostante la coralità del cast, riesce a dare spessore a molti personaggi, lasciando a molti ritagli di minutaggio che li rendono un po più tridimensionali di quanto sarebbero risultati in un film più canonico (ottima, ad esempio, l'idea di mettere gli attori più navigati e famosi nei panni dei gallesi e non dei protagonisti).
In definitiva un film canonico, ma ben fatto e molto efficace.