Carissimi affezionati del Salotto de La Collezionista di Dettagli, dopo tanto tempo, ecco un post che molti di voi avranno letto su Old Friends & New Fancies, nei giorni che hanno preceduto il Bicentenario di Orgoglio e Pregiudizio e che voglio archiviare anche in questo luogo, visto che si tratta di una memoria preziosa. In questo ricordo vi racconto il mio primo incontro con il romanzo austeniano che preferisco, anche perché mi ha portato alla sua autrice, di cui mi sento nipote debitrice e fedele.
Chi volesse, appunti di seguito la propria esperienza di come e quando ha incontrato Orgoglio e Pregiudizio per la prima volta e cosa è conseguito dall'evento, odio o amore?
Buona lettura!
Non ricordo quale fosse precisamente l'edizione, poiché sconfina nei ricordi lontani dei miei primi quindici anni, di sicuro quel volume di “Orgoglio e Pregiudizio” era di mia nonna materna, appassionata di romanzi d'amore – all'epoca il nostro O&P era parificato ad unromance per signore romantiche – e ciò, probabilmente, lo includeva in una di quelle collane “rosa”, ma ricordo a malapena la copertina cartonata ruvida simil stoffa di color rosa antico (o forse blu?) con il titolo incavato, color oro. Ho scandagliato il web alla ricerca di quest'edizione, ma forse non potrei riconoscerla, dato che altri volumi della stessa collana – sempre affidandomi alla labile memoria – avevano la sovracoperta illustrata. Ad ogni modo, ciò che rimane di quella giovane prima lettura – che credo fosse riadattata in versione ridotta – è un sogno ad occhi aperti, come i molti che hanno accompagnato la mia fanciullezza, per cui sentivo di somigliare a Lizzy (o il nome italianizzato che aveva l'eroina di quell'edizione!) e mi rivedevo in Josephine March o in Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, in breve, avevo già individuato il tipo di donna anticonformista e indipendente che avrei voluto diventare.
[Metto questa copertina, poiché sono quasi convinta sia rimasta la medesima per diverse ristampe, ma potrebbe anche esser stata quella di cui ci ha parlato LizzyS, la memoria si confonde, poiché – come detto – si trattò di un prestito di pochi giorni dalla biblioteca.]
Il prestito mi ha vista orfana di O&P fino a quando, l'ottima Biblioteca di Repubblica pubblicò la serie dei Grandi Classici dell'800 in un'edizione curatissima, munita di custodia cartonata e sovracoperta, con la migliore traduzione di Barbara Placido.
I personaggi mi sono ormai così familiari da ritrovarne i caratteri, i difetti, i pregi e i modi di fare nella realtà quotidiana: Wickham, Miss Bingley, Mrs Bennet, purtroppo ancora nessun Mr Darcy, ma un'abbondanza (ahinoi!) di Lydia e Mr Collins da mettersi le mani nei capelli! Le volte che ho riletto P&P nell'edizione originale e nelle molte edizioni che colleziono sono innumerevoli, quando sono giù di morale,non esiste cura migliore di aprire a caso P&P e prendere a leggere ad alta voce da lì, piombando nelle vesti di Lizzy, incorrendo nel suo errore di valutazione e nelle dinamiche note che l'hanno fatta cambiare, poiché - come lei stessa dice:
"It is particularly incumbent on those who never change their opinion, to be secure of judging properly at first."Il mio rapporto con Aunt Jane si è rafforzato negl'anni, tanto che il mio recente viaggio sui luoghi austeniani si è rivelato più emoziante di quanto avrei creduto... conoscere i suoi romanzi è come conoscere il suo animo profondo e attento, che va oltre le apparenze, oltre le convenzioni, invece, trova nella profonda comprensione degli animi umani l'origine di ogni situazione, poiché è nei dettagli che si cela la verità. Dopo tante letture, ancora scopro nuovi punti di vista, nuovi messaggi nei suoi romanzi, ritrovo molto di me stessa, dei miei errori, dei miei difetti caratteriali, della facilità con cui s'incorre nell'incomprensione se si permette all'impulso di parlare per noi.
"Chi non cambia mai la propria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene sin da principio." (Capitolo 8)
Un fattore comune alle Janeites è che la comprensione di Jane Austen e la successiva identificazione con i suoi personaggi e contenuti, avviene sempre in età matura; si possono leggere i suoi romanzi sin da bambine, o da ragazzine ma – sebbene molto di quello che scrisse sia opera di un'adolescente – lei possedeva una mente così acuta e riflessiva da intuire naturalmente “come gira il mondo” (sia pure limitato come quello che conobbe), ne comprese subito le regole e scelse le armi (tra cui l'infallibile ironia) con cui affrontarle, un processo che a qualsiasi altra mente occorre qualche anno ancora per poter diventare pratica e da quel momento non poterne più fare a meno. Mai più. ❤ Il post originale su Old Friends & New Fancies