The Imitation Game (2015) di Morten Tyldum. Con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Rory Kinnear, Mark Strong
“Sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare…”
Questa frase, ripetuta più volte durante il film, è in estrema sintesi il messaggio lanciato in The Imitation Game. In effetti chi avrebbe mai potuto immaginare che Alan Turing, un genio incompreso e dalla vita tormentata, sarebbe stato così determinante per il progresso della scienza e soprattutto per la fine della Seconda Guerra Mondiale?
Di questo si parla nella pellicola diretta dal regista norvegese Morten Tyldum. Si parte nella fase finale della vita di Turing, appena fermato dalla polizia perchè accusato di condotta omosessuale, reato nella Gran Bretagna degli anni ’50. A questa linea temporale se ne aggiungono altre due. Quella dell’adolescenza, vissuta in un college a stretto contatto con un amico, primo suo grande amore. L’altra, quella principale, vissuta durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il brillante matematico viene reclutato dalle forze armate britanniche, assieme ad altri esperti di crittografia, per decifrare Enigma, il codice segreto utilizzato dai tedeschi e che stava dando un impulso notevole alla prevalenza della Germania nella guerra. L’uomo riuscirà a creare una macchina in grado di decriptare Enigma, provocando una svolta netta ai destini del conflitto mondiale. La sua invenzione sarà anche fonte di ispirazione, nei decenni successivi, per la creazione del computer.
Dieci anni dopo, e torniamo alla linea temporale con cui si apre il film, Turing viene accusato di essere omosessuale. Egli, per non finire in prigione e per poter continuare a lavorare alle sue ricerche, decide quindi di sottoporsi alla castrazione chimica. La terapia ormonale lo minerà irrimediabilmente tanto da spingerlo al suicidio, nel 1954 a soli 42 anni.
Un triste epilogo vissuto da migliaia di cittadini inglesi omosessuali in un’epoca in cui la civile Gran Bretagna non era poi tanto civile in fondo.
Ottima prova per l’attore principale Benedict Cumberbatch, già conosciuto al pubblico inglese per la sua interpretazione di Sherlock Holmes nell’omonima serie tv. Sempre brava Keira Knightley. La pellicola però appare eccessivamente romanzata ed il personaggio di Turing, più che un matematico esperto di crittografia e dal carattere difficile, somiglia troppo al classico nerd. Uno Sheldon Cooper ante litteram. I personaggi peraltro non appaiono molto sviluppati nella loro complessità. Anche i temi principali, ovvero il genio matematico del protagonista e la sua omessualità, non sono trattati in modo adeguato, rimanendo sullo sfondo senza particolari approfondimenti.
Voto:
tre stelle su cinque
*3/5*