Ci siamo. Ci sono. Quest’estate ho battuto ogni record negativo: in tre settimane di viaggio ho letto – secondo il Kindle – appena il 30% di un libro che a questo punto non so se finirò. Perché ora tocca alle riletture. Guardo la mia libreria come se fosse un negozio: occhieggio le quarte, sfoglio i libri, e parto con la selezione, rigorosamente dalla lettera A. Non ne ho molti, ma mi creano già diversi problemi. Il primo è Acheng, con la sua trilogia dei re: avevo iniziato con Il re degli scacchi, ma ricordo con piacere Il re degli alberi come una specie di Taglio del bosco cinese, mentre di Il re dei bambini non mi è rimasto nulla. C’è anche Vite minime, ma penso di poterlo saltare. Sono tutti libri brevi, ma per il momento vorrei rileggerne solo uno: ci penso un po’, poi vi faccio sapere. Dopo ci sono Alighieri e Ariosto – guarda un po’ che scherzi ti fa l’ordine alfabetico – separati da L’altro cielo, antologia di racconti argentini che non mancherò di riaffrontare, Ammaniti, che non rileggerò, anche se sono tentato di affrontare – per la prima volta – Ti prendo e ti porto via, Arbasino, che salto guadagnandomi probabilmente qualche improperio, e Amado, del quale ho letto solo Gabriella garofano e cannella – bellissimo – e quindi meriterebbe pure un altro tentativo. Dopo Ariosto c’è solo Arlt, maestro argentino esaltato da un’intera generazione di grandi, però davvero I sette pazzi, il suo romanzo capolavoro, mi era sembrato grandioso nell’ideazione ma indigeribile nella scrittura. Magari ci provo con il seguito, I lanciafiamme, se lo trovo in qualche libreria. Ci aggiungo Aira, del quale avevo iniziato qualche pagina di I fantasmi, prima di lasciarli chissà perché – probabilmente travolto da una dozzina di altri inizi – e Arguedas, visto che avevo appena comprato I fiumi profondi. Mi rendo conto che messa così le riletture rischiano di essere meno delle letture, però è divertente anche scoprire come mi adatto alle regole che mi sono auto-imposto e – soprattutto – se tanto basta a ridare ossigeno al mio cervello. Naturalmente, accetto altri suggerimenti con la A e – se qualcuno vuole mandarsi avanti – persino con la B, dove peraltro sono fortissimo: Bolaño, Borges e Bioy Casares potrebbero da soli riempirmi qualche mese. E ora, signor Acheng, a noi due.
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