Prima Tappa di "A letto con il nemico" - Blog Tour

Creato il 02 febbraio 2015 da Babetteleggepervoi
Buongiorno e benvenuti alla Prima Tappa del Blog Tour.

Angela D’Angelo si è fatta strada a cannonate tra le uscite di gennaio con il suo romance al peperoncino A letto con il nemico, facendoci innamorare dei protagonisti, della storia, della pallacanestro. Insomma, una love story di massa, che ha coinvolto ragazze e signore agée (sarebbero le vecchiette come me, ma non fa “fine” definirle anziane, vecchie, matusalemme…).

Questo è un Blog Tour molto ricco. Premi in tutte le tappe (qui sotto ne vedete alcuni). Per quanto mi riguarda, sorteggerò la calamita fra tutti coloro che avranno posto una domanda ad Angela. Avete tempo fino all'8 febbraio, quindi pensate bene a cosa volete chiedere al nostro angioletto!



Andiamo a conoscere questo libro e poi faremo due chiacchiere con l’autrice che, vi assicuro, non ha nulla di angelico, a dispetto dei nome-cognome, ma è una bambina terribile che mi ha dato molto filo da torcere. Dite che anche l’aspetto è angelico? Beh, vi sbagliate di grosso.


Titolo: A letto con il nemico.Autrice: Angela D’Angelo.Genere: rosa contemporaneo, con un pizzico di Love & Pepper.Editore: Rizzoli, Youfeel (15 gennaio 2015).
Prezzo: euro 2,49 (e-book).

http://www.amazon.it/letto-con-nemico-Youfeel-apostrofo-ebook/dp/B00S6D0F6C/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1422716633&sr=8-1&keywords=a+letto+con+il+nemico
Un bacio è un apostrofo rosa tra le parole T’odio.
Cristina De Santis è una donna pratica ed equilibrata, ma quando segue le partite della Stars Roma, la squadra di pallacanestro in cui gioca suo fratello Edoardo, si trasforma in una sostenitrice appassionata, aggressiva e sanguigna. Soprattutto con gli avversari arroganti, presuntuosi e un po’ duri. Come Nicola Zanini, capitano della squadra rivale e nemico storico di Edoardo: sguardo magnetico e un fisico che toglie il fiato più di una pallonata allo stomaco. La rivalità tra i due uomini non ferma Nico, che inizia a fare una corte spietata a Cristina. Con lui, lei ritroverà se stessa, anche se sarà difficile abbandonarsi completamente. Una donna che ha già visto fallire i suoi sogni può fidarsi di un uomo? A maggior ragione se è il nemico?Quando l’attrazione diventa incontrollabile, la passione supera qualsiasi rivalità sul campo. Un romanzo coinvolgente ed eccitante come una finale. Un canestro vincente all’ultimo tiro, un incontro che vi terrà incollati e con il fiato sospeso, in cui l’arbitro è soltanto il cuore.


Angela D’Angelo è nata a Napoli. Laureanda in Biotecnologie mediche, fin da bambina scopre la passione per la lettura grazie alle fiabe di Andersen. Ha esordito nel 2014 con “Finalmente mio”, un racconto erotico che è stato per oltre un mese ai vertici della classifica Amazon della sua categoria. È una delle founder di Insaziabili Letture, un importante blog che si occupa di lettura e scrittura.

Eccola qui, legata ma NON imbavagliata. Vi fornisco un assaggio di quella che avrebbe dovuto essere l’intervista “addomesticata”; quella per orecchie fragili, per occhi lacrimosi. Insomma, una lagna. La ragazza me l’aveva propinata, convinta di mettermi nel sacco. Ci vuole ben altro, signorina D’Angelo!Una volta messa sul cavalletto e date due belle tirate di corda, l’angioletto ha cambiato versione –oh, se l’ha cambiata!- e ne è venuto fuori qualcosa di completamente diverso.

Prima versione:Benvenuta. Raccontaci di te.Sono nata a Napoli, la città più bella del mondo, lido della sirena Partenope e mamma di Pulcinella. Ho respirato sin da piccola l’atmosfera festosa della mia città, la sua anima solidale e integra anche quando è macchiata dalle difficoltà di un popolo sofferente. Per le strade della bella Neapolis mi sono innamorata delle persone. Le persone dal cuore grande, quelle meno disponibili, persino quelle che per arrivare a fine mesefare il palo al pusher di zona va bene. Per questo ero e sono tuttora convinta che le loro storie di straordinaria quotidianità vadano raccontate, perché ci arricchiscono di esperienze che non potremmo vivere da soli. La scrittura è diventata così il mio modo per dar voce ad altre vite, quelle di cui mi hanno fatto partecipe e quelle che sono nate nella mia mente affollata di anime.Nel dicembre del 2012 ho scritto il mio primo libro, sottochiave in un cassetto, che mi ha permesso di conoscere delle donne magnifiche con cui ho dato vita a un blog letterario. Accanto alla mia attività di blogger ho iniziato a scrivere racconti per rassegne e concorsi fino ad arrivare alla prima vera pubblicazione nel settembre del 2014 con il racconto lungo “Finalmente mio”, edito da Delos Books. Nel dicembre dello stesso anno, ho avuto l’onore di firmare un contratto con la casa editrice Rizzoli che ha portato alla pubblicazione di “A letto con il nemico”, un romanzo rosa sportivo con un pizzico di erotismo. Contemporaneamente alle mie passioni studio per diventare ricercatrice medica; di notte, quando ho troppi pensieri per dormire, prendo la mia fidata agenda e faccio la conoscenza di nuovi personaggi.
Vi siete slogati le mascelle a furia di sbadigli, vero? Siete arrivati alla decima-undicesima riga e poi vi siete addormentati? Avete creduto che Angela D’Angelo fosse un cherubino arrivato non si sa come su questa valle di lacrime? Ahahah (risata satanica).
Seconda versione (quella DOPO i tratti di corda, per intenderci):Benvenuta. Raccontaci di te.Quanto spazio ho? Perché per me possiamo anche metterci comodi, ma le tue utenti hanno delle vite. Partiamo dall’inizio.Sono nata a Napoli, la città più bella del mondo, e la mia vita è un tripudio di cliché: amo la pizza margherita, gli spaghetti al sugo e… no, il sole non mi piace. Odio sapere che non un fiocco di neve toccherà il suolo campano, perché sono una lettrice e le lettrici vere non leggono sotto all’ombrellone. Le lettrici come me si arrotolano dieci volte in una coperta di lana e si preparano il tè con il limoncello, perché innamorarsi di un personaggio di fantasia necessita di un’estasi mistica che si può raggiungere(in ordine di importanza) solo con David Gandy, le lasagne e l’alcol.Scrivo perché sono gemelli ascendente gemelli e la mia curiosità non può essere sedata solo ascoltando la storia della vicina di casa e del garzone del macellaio. Tutto il mio rispetto per loro, ma ecco… mi manca la fascinazione. Però, se il garzone del macellaio partisse improvvisamente e tornasse dieci anni dopo come CEO di una società, allora la mia vicina di casa potrebbe cercare in quell’uomo freddo e distante il ragazzino appassionato che era un tempo. L’amore trionferà, nonostante il triste passato dell’eroe? Ecco, la mia testa funziona pressappoco così. Per questo motivo non è facile starmi vicino e i miei genitori e il mio fidanzato sono tentati di mandarmi alla Neuro (lo so, anche se non me lo dite). Dal canto mio posso assicurarvi che mi diverto tantissimo, anche se poi Babette deve ripetermi tre volte una cosa per farmi tornare sulla Terra (prova con “Telefono casa”, potrebbe funzionare).Nel mio futuro vedo altre storie, quindi non vi libererete di me… e sì, questa è una minaccia!
ADESSO sì, ci siamo. Quei tratti di corda sono serviti alla bisogna. L’intervista può proseguire, questa volta senza brutte sorprese.
Che tipo di scrittrice sei e qual è il genere che più ti rappresenta?Sono ancora troppo giovane per essere un “tipo” di scrittrice, sempre che esistano delle etichette per descrivere le autrici. Posso dire che quando scrivo mi emoziono tanto e per questo ho bisogno di avere chiara la struttura, perché potrei deviare verso i percorsi del cuore, che non esattamente coincidono con la storia. Il romanzo rosa contemporaneo mi rappresenta di più, e non rinuncio a una vena di erotismo che aggiunga unpo’ di pepe alla storia d’amore. Sì, le lettrici sognano l’uomo romantico, follemente innamorato, ma sono anche buongustaie e al cavalier servente sono certa preferiscano il nemico! Hai un autore (o un’autrice) al quale (alla quale) ti ispiri?Tantissimi e nessuno. Quando scrivo, non penso ai miei modelli letterari, però capita che rileggendomi trovi delle corrispondenze con gli autori che più amo. Tre nomi del romance su tutti? Flumeri&Giacometti per il grande impatto emotivo delle loro storie; Adele Vieri Castellano per la singolare capacità descrittiva, che pur essendo precisa ha quel tocco di evanescenza che stimola la mia fantasia; Viviana Giorgi per le sue intuizioni narrative e per lo stile riconoscibile e graffiante. Qual è il primo romanzo che hai pubblicato?Il primo manoscritto pubblicato è “Finalmente mio”, un racconto a tinte erotiche uscito a settembre per la Delos Books. È una storia a cui tengo, poiché sono molto affezionata ai protagonisti: Giorgio, un maturo e famoso ricercatore universitario, e Alessia, la sua giovanissima collaboratrice. Hanno rappresentato per me la possibilità di scrivere di un ambiente, quello della ricerca medica, che conosco bene. Con le loro conquiste mi hanno dimostrato che la speranza per il futuro non deve mai abbandonarci, soprattutto quando ci sentiamo delusi e sconfitti. E poi… vogliamo parlare di quanto è figo Giorgio nel suo camice lindo? (Perché diciamocelo, di lindo ha solo il camice).Quale sarà il prossimo?Il prossimo? Non lo dirò mai. Sono scaramantica al punto che quando è uscito il mio nuovo libro ho controllato il calendario per assicurarmi che il 15 gennaio non fosse né di Marte né di Venere. Era di giovedì, ma la sfortuna mi ha perseguitato lo stesso: ho perso la coccinella che avevo attaccato sulla mia fidata agenda, le luci si sono spente nell’aula universitaria mentre controllavo la classifica di Amazon e quando sono tornata a casa ho trovato un cappellino di lana sul mio letto. C’è voluto il sostegno di tutte le mie amiche per evitarmi un attacco di panico!Da dove arriva l’ispirazione?L’ispirazione viene nei modi più disparati. Per esempio, hanno stimolato la mia fantasia il muratore dal fisico atletico che si sfilava la maglietta durante una calda mattina d’estate mentre io,sudata e appiccicosa, litigavo con il ventilatore;la ragazza dall’estetista che raccontava delle sue serate in discoteca mentre mi stavo facendo strappare due mesi arretrati di ceretta e stringevo la mano di mia madre (che nel frattempo sperava di togliere il gesso in tempo per il mio parto, sempre che non abbia riconsiderato l’idea di diventare nonna); i personaggi che mi parlano nella testa provocandomi crisi di pianto quando sono in fila alla cassa del supermercato e la vecchietta davanti mi cede il posto perché è preoccupata per me... Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità e da grande fantasia? Grosse figure di… Hai un luogo speciale nel quale ti rifugi per scrivere? Scrivo al pc della mia stanza, mentre mia madre finge di guardare a occhi chiusi le telenovelas venezuelane, oppure quando si appropria del mio letto per seguire i polizieschi che le piacciono tanto (ma di cui ricorda sempre solo l’inizio e la fine). Scrivo all’università su fogli di carta, scontrini fiscali e fazzolettini Tempo nei minuti di pausa tra il corso di Biotecnologie Cellulari, Molecolari e Computazionali e Diagnostica Biotecnologica Integrata. E potrei aver scritto anche sui tovaglioli da tavola, quando mi hanno sequestrato i fogli pur di farmi studiare. Hanno dimenticato di confiscare la penna!Qual è il tuo metodo di scrittura?Il mio metodo di scrittura è cercare di darmi un metodo. Eh sì, perché quando mi sono confrontata con scrittrici serie, ho capito che seguire i palpiti del cuore delle mie eroine e i vaneggiamenti epici dei miei alpha non rientrava nei canoni del mestiere. La mia insegnante di liceo me lo diceva sempre: sbagli a scrivere come ti porta il cuore. Ho realizzato che aveva ragione solo quando al cospetto dell’Inquisizione EWWA, alla richiesta “descrivi il tuo libro in tre frasi”, mi sono crollate oltre trecentomila battute. Dopo aver rischiato un colpo apoplettico e aver dato vita a una nuova tonalità di “rosso vergogna”, ora faccio la struttura (o almeno quella che per me ci assomiglia… a dividere in capitoli ci pensa il mio editore!) Come tieni separate (se ci riesci) la vita di tutti i giorni e l’attività di scrittrice?Non ci riesco, poiché per motivi di studio vivo di tempo rubato. Se non sono in laboratorio, scrivo dopo pranzo, altrimenti la sera. La mia attività di blogger è un altro motivo di distrazione dalle attività di scrittura. Il compromesso? Dormo 4/5 ore a notte, e recuperodurante le quattro fermate della metropolitana tra il Policlinico e Scampia e il percorso in pullman per tornare a casa … Non auguro a nessuno di svegliarsi allo stazionamento a 15 chilometri da casa.Vuoi mandare un saluto a tutte le Ewwe? Certo. Voglio salutare tutte le donne di questa magnifica associazione e augurare loro che riescano a trovare in EWWA la stessa passione, lo stesso entusiasmo e possibilità di maturazione che ho trovato io. L’European Writing Women Association è un esperimento che fa bene al cuore e ai sogni, una collaborazione che ci dà la possibilità di crescere e soprattutto di condividere le nostre esperienze, e condividere è sempre meglio che essere soli. Per questo motivo ringrazio tutte le socie, e a coloro che ancora non sono iscritte lascio il mio sentito invito ad entrare in questa grande famiglia. Un abbraccio a tutte.

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