Davide Gariglio ha lanciatola sua corsa alle primarie a candidato sindaco PD a Torino, individuando già subito l’avversario su cui fare la corsa.
Gli altri candidati dovrebbero essere Piero Fassino, Roberto Placido e Giorgio Ardito.
Tutti e quattro i candidati hanno capito che non possono prescindere da un canale mediatico come il web per il loro posizionamento ed infatti chi meglio e chi peggio stanno usando quelle risorse.
Si presenta con una sfolgorante carriera di enfant prodige del centrosinistra in Piemonte, ottimo organizzatore, ex-AD del Gruppo Torinese Trasporto, sotto la cui guida di materializzò la metropolitana.
La su pagina personale e una pagina fan in Facebook.
Entrambe caratterizzate dall’assoluta immobilità comunicativa, qualche proclama, nessun commento, nessun post amichevole.
Una home page statica di un portale dedicato alla corsa a sindaco che rimanda alla data del 7 gennaio per il suo lancio, come se una proposta politica avesse una data e non fosse invece l’insieme di passato, presente e futuro di un brand personale, al di fuori di eventi e prodotti.
L’errore mediatico di molti politici italiani è proprio quello di apparire con la loro comunicazione solo a ridosso di eventi in agenda, facendosi interpretare come i gabellieri che vengono una volta all’anno sulla piazza del paese per con scomparire di nuovo col bottino.
Un sito personale graficamente poco coinvolgente, anzi molto aziendale, con molti errori comunicativi.
Un uso eccessivo di documenti in formato pdf, photogallery presentate come fossero un catalogo di commercio elettronico.
In particolare nessuna costellazione di link che rimandi il visitatore a risorse social come le pagine Facebook o un blog, di cui si nota l’assenza.
L’ex segretario DS è ovviamente il favorito sia per passato mediatico, per la potenziale visibilità che per risorse a sua disposizione.
Su di lui, oltre alla classica pagina wikipedia, si sono lunghe rassegne stampa, articoli reperibili in rete, pareri discordi e gossip famosi come quello alimentato da un libro di Carmen Llera, la cui autrice smentisce decisamente di averlo però mai conosciuto.
Fassino è un ragazzo incompiuto da sempre, tanto che è più famoso per la sua magrezza che per la carriera politica, di tutto rispetto, peraltro.
A lui si imputa l’essere sempre stato poco risoluto se non quando accompagnò all’altare DS e Margherita, cosa che forse sarebbe stato meglio ponderare ancora.
Attorno al personaggio politico ci sono:
Il sito, grafica un po’ vecchiotta e impostato comunque in modo troppo didascalico per sortire una qualche minima emozione, già di per se difficile nel suo caso e nei confronti dei sempre più bistrattati politici di professione.
Social link posti in posizione subalterna come se fossero costretti ad esserci invece di colorare l’insieme.
In ogni caso questi portano a:
un canale Fassino in YouTube , 80 video con una sfilza di commenti imbarazzanti, segno ecidente che nessuno del suo staff presidia il mezzo.
Una pagina Flickr con foto noiosissime. Quelle che sono sotto la dicitura le mie foto e si pensa che finalmente ci sia qualcosa di personale, che faccia emergere qualcosa di umano e divertente sono un’altra sequenza di posature burocratiche e molto bulgare. Se non che si ha la sorpresa di accedere ad una timida carrellata di vignette satiriche in cui Fassino è oggetto e frebbe ben sperare nel futuro.
La solita inutile fan page dove si leggono le parole d’ordine del leader e sotto i commenti della platea senza che questa venga mai degnati di un contradditorio e neppure di un segnale di vita.
Invito chiunque a non scrivere mai nessun commento quando qull’interlocutore non ascolta..
A latere la presenza in Twitter che non aggiunge nessun valore aggiunto al tutto.
Quello che invece preoccupa come vision è la mancanza assoluta di uno spessore personale, di leve biografiche che portino alla luce elementi reputazionali che non sinao soltanto riferibili all’ufficialità.
In fondo Fassino giocò portiere nella giovanile della Juventus , così come non potrebbe vantare Berlusconi.
Giorgio Ardito
Giorgio Ardito tenta di presentarsi come ex presidente dell’istituto case popolari, ATC.
Sicuramente è il meno quotabile dei 4, ha una lunga militanza torinese dal PCI al PD, con polemiche e successi, rappresenta però la burocrazia del partito, anche se ha avuto lunghe esperienze di amministratore pubblico.
Brilla la sua totale assenza in rete, se non per una recentissima pagina personale in Facebook, assolutamente controproducente se lascaita alla deriva e in particolare se nessuno risponde semplicemente ai messaggi degli ‘amici’.
Tra i quattro è il personaggio pià atipico e anche il più manesco, come recitava un suo slogan in una campagna mediatica di due anni fa.
Non per nulla la sua è la carriera meno politica tra i quattro e questo potrebbe giocare decisamente a suo favore.
La sua attività professionale è stata tutta dentro la comunicazione pur senza avere radici aristocratiche e aver fatto sue complicità e amicizie elitarie.
Siamo a Torino e non a Milano e questo potrebbe dire qualcosa. Placido è stato animatore di una delle radio alternative e creative di rango, Radio Flash, proprio mentre esplodeva la Milano da bere.
Lui porta i Pink Floyd a Torino ecc. , ma questo lo leggete nella sua biografia in wikipedia
Ma la sua carta vincente è la conoscenza dei meccanismi sottili della comunicazione, Placido ha visto all’opera il babau, mister Berlusconi, da dentro quando era in Mondadori e poi da fuori con La Repubblica e sempre nel settore pubblicità.
Placido sa usare l’immagine ed i contenuti e lo si vede nel suo blog , graficamente equilibrato, ben distribuito, vivo e stimolante.
La dote di Placido è la semplicità di linguaggio, forte di anni di comunicazione con le persone e non solo con gli apparati, lo si vede dalle sue risorse in rete, in Youtube, in quello delle sue foto in Flickr e nel blog, dove le foto non devono essere necessariamente leccate, posate, impostate, ricercate o noiose.
In contesti che non siano un sito corporate l’immagine deve rendere il momento, liofilizzandolo e al tempo stesso lasciandoci tutto quello sporco e quell’imponderabile a cui siamo stati abituati dai reality e dall televisione verità.
In verità la sua fan page ha lo stesso difetto delle altre concorrenti, di non essere organica al social network che lo ospita, ma per il solo fatto di essere una pagina di fan questi diventano di colpo lontani, difetto che si riscontra anche in twitter anche se Placido è stato forse il primo politico italiano a sperimentarlo sin dal 2009.
Concludo il tutto con questa foto carica di pathos, che ritrae un giovanissimo Fassino che apre le acque a un grande comunicatore , o almeno, questo è quello che mi capita di ricordare.