Dal 20 marzo al 13 luglio 2014 le Scuderie del Quirinale a Roma apriranno la stagione primaverile con una mostra dedicata alla pittrice messicana Frida Kahlo (1907/ 1954).
I suoi dipinti non raccontano solo la sua vita, bensì si fondono con la storia e lo spirito del mondo a lei contemporaneo, portando alla luce le trasformazioni sociali e culturali che hanno preceduto la Rivoluzione messicana. La pittrice ha saputo rivoluzionare la tradizione, esprimere l’anima artistica del Messico e fare del dolore un’ arte di vita.
Mi ha sempre affascinato la sua figura fortemente carismatica. Le ho riconosciuto un grande coraggio nello scegliere di esporre i difetti, soprattutto perché Frida Kahlo, ritraeva prevalentemente se stessa. Un incidente avvenuto nel 1925, a soli 17 anni, su un autobus di linea scontratosi con un tram, la costringerà a letto per moltissimo tempo. Frida, sola con se stessa, si avvicina così alla pittura e, tramite uno specchio montato sopra ad un letto a baldacchino, diventa la maggior modella di se stessa.
Presenti anche gli scatti che il famoso fotografo Nickolas Muray realizzò negli anni Quaranta, fondamentali per capire appieno la personalità di questa donna. Autoritratti e quadri dai colori carichi contraddistinguono la sua pittura. Esprimono l’energia vitale di un paese come il Messico, una sorta di “Viva la Vida” continuo, che poi è stato anche il suo ultimo grido prima di morire, nel 1954. Nella realizzazione della sua ultima opera non dipinse più se stessa, bensì dei bei frutti succosi.
Frida aveva una visione personalissima sui fatti della storia del suo popolo e sull’arte. Ha creato un linguaggio pittorico “nuovo”, mai troppo lontano da sé, totalmente basato sulla realtà. Prediligeva tele di piccole dimensioni, che dipingeva con dovizia di particolari, degna erede dei pittori fiamminghi. Personalità esuberante, quella di Frida, che sposò il celebre pittore messicano Diego Rivera, e fu amante, moglie e artista.
Delusa dai continui tradimenti di lui, che arrivò ad intrecciare addirittura una relazione con sua sorella, Cristina Kahlo, Frida lo ripagò con la stessa moneta, arrivando ad avere anche esperienze “saffiche”, lungamente discusse. I coniugi furono amanti, coppia, attivisti e artisti, e hanno ispirato una generazione di cambiamento nel Messico moderno. All’età di sei anni, la Kahlo dovette fare i conti
Pochi anni prima della morte le verrà amputata una gamba, ormai andata in cancrena. La quotidianità le sarà sembrata senza via d’uscita, ed ecco quindi che piante, fiori, insetti e strumenti, ritratti con fedeltà, diventano feticci, icone sorte a nuova vita. Immortali nel loro genere.
Nei suoi ritratti Frida rinuncia all’idealizzazione di sé e punta sull’amore per il proprio corpo imperfetto, pieno di difetti, “brutto” se vogliamo, ma intensamente vivo. L’anima è riuscita a sopravvivere ad un corpo trafitto e moribondo. I suoi teschi sono pronti a vagare tra i vivi, con il loro sorriso sarcastico.
Attendiamo quindi di poter visitare questa mostra, ed ammirare Frida Kahlo in tutta la sua naturale bellezza. Una donna, il cui unico cruccio fu di non essere diventata madre, a causa di quel corpo inadatto che, in fondo, lei ha sempre esposto come il migliore dei trofei.
Written by Cristina Biolcati