Torno a scrivere su questa pagina dopo un lungo periodo d'assenza, un periodo in cui semplicemente ho preferito dedicare ad altro il mio tempo libero. Torno a scrivere in uno splendido pomeriggio primaverile; chi ha potuto è uscito a passeggiare all'aria aperta, io pur potendo ho preferito riaprire questa finestra con vista sulla parte un po' più "scribacchina" della mia personalità. Sono belle le sensazioni di inizio primavera. Non tanto quelle della primavera inoltrata, no, poi ci si abitua anche a quelle. Dico le prime vere sensazioni primaverili, quelle che ti vengono a cercare lì dove sei e non aspettano che tu ti prenda la briga di andare in campagna ad annusare i fiori o sulla riva del mare a scoprire che si può già camminare a piedi nudi senza raffreddarsi. Non so se è un'esperienza comune ma a me capita praticamente ogni anno e conservo nella memoria i luoghi in cui la primavera è venuta a cercarmi negli ultimi dieci anni. E' una sorta di album fotografico nella mia mente che riguardo soprattutto nelle sere d'inverno, in quelle sere quando fa freddo davvero e le coperte non vogliono saperne di scaldarsi. Qualche anno fa la primavera venne a trovarmi che ero seduto sulla tazza del bagno. Beh no, non è granchè di foto da riguardare quella e infatti nello sfogliare l'album in genere la lascio per ultima, ma è per dire che può succedere davvero ovunque.Quest'anno la primavera è venuta a trovarmi ieri sera. Guidavo lungo la costa all'imbrunire e dall'autoradio mi arrivava la voce di Bono, In your blue room. Poco più di cinque minuti in cui i colori del tramonto sul mare si mischiano ai suoni raggiungendo un alchimia perfetta. Ho dovuto aprire completamente i finestrini, ho invitato la bella stagione ad entrare e a sedersi sul sedile accanto al mio. Abbiamo continuato il viaggio sorridendo. Benvenuta.
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