E’ marzo, molto timidamente la primavera sta affacciandosi alla nostra vista, i primi fiori fanno capolino nell’erba già alta per le incessanti piogge. E’ un ciclo che si ripete ogni anno, un incanto della vita che dal torpore dell’inverno esplode in tutta la sua freschezza! Forse anche la voce della pace si farà sentire ma per ora la sola cosa che esplode è la confusione e la disperazione della popolazione civile. Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra. Oggi la guerra è “contro Gheddafi”: ci viene presentata, come umanitaria, inevitabile, necessaria.
Nessuna guerra può essere umanitaria. Ogni guerra è un crimine contro l’umanità.
Tutti gli organi d’informazione diffondono le notizie sempre aggiornate che riguardano la guerra in Libia, non fa eccezione il TG della 7 che oltre ad informare si pone una serie di domande: chi comanda le operazioni in Libia? La Nato avrà un ruolo chiave? Dove ci sarà il quartier generale che comanda le operazioni? Chi ha in mano il controllo politico delle azioni? Qual è lo scopo dell’offensiva contro Gheddafi, democrazia o petrolio? Su questa ultima questione il dilemma è facilmente risolvibile visto che il territorio libico è ricchissimo di petrolio, con un peso reale nel mercato dell’oro nero perché è il più naturalmente ricco. Quindi è sul petrolio che si concentra l’affare più importante per gli stati europei. Le vie del petrolio libico sono infinite e toccano interessi mondiali.
Il nostro governo è in fermento, si susseguono riunioni per dare il nostro contributo e proteggere la popolazione civile. Mentre la maggioranza è alle prese con la Lega contraria all’intervento militare.
Siamo ad un altro giorno di confusione che tenta di evitare un massacro, i nostri governanti, gli stessi che ora indicano la guerra come necessità, fino a poche settimane fa hanno finanziato, armato e sostenuto il dittatore Gheddafi e le sue continue violazioni dei diritti umani dei propri cittadini e dei migranti che attraversano il Paese.
Nessuna guerra è necessaria. La guerra è sempre una scelta, non una necessità. È la scelta disumana, criminosa e assurda di uccidere, che esalta la violenza, la diffonde, la amplifica.
Mentre il governo dovrebbe riferire in Parlamento. Spetta al Premier trovare un accordo per non creare una spaccatura con il Pd e non scontentare la Lega necessaria alleata per continuare a restare al governo. Una babele che non promette bene.
Mentre in Libia è il quarto giorno di raid, i caccia libici non si alzano più in volo, ma sono stati sostituiti da mortai e raffiche di mitra. Il raiss non ha nessuna intenzione di cedere. Una confusione che contagia tutti. Soprattutto per quanto riguarda la questione degli sbarchi a Lampedusa, come i fatti dimostrano, è piuttosto delicata e l’Italia che avrebbe dovuto prevenire si trova ora in balia di un’emergenza umanitaria che non riesce a fronteggiare le esigenze di questi disperati. Ora si tenta una soluzione che vede la collaborazione tra Governo e Regioni per far fronte ai numeri superiori alle capacità di risposta alle problematiche assistenziali annesse al fenomeno migratorio. Ci si augura, quindi, che la gente di Lampedusa possa ritornare a vivere in serenità ed ordine la propria terra e che i cittadini libici possano trovare il giusto e umano collocamento nelle varie città italiane disponibili ed attrezzate a poterli ospitare.
Tutto questo è la pagina libica con annessi e connessi.