Ne parla – e non solo qua sopra – pochissimo, praticamente solo se interrogata; sono numerosi, e colorati, e buffi, e tanta è l’ansia di partecipare al viaggio che le loro voci, quando discutono di letteratura o storia, spesso si sovrappongono, salvo poi attutirsi dopo l’occhiata torva della ‘povna (“Non si parla tutti insieme, mani in alto!”), e mettersi in fila ordinatamente, ad aspettare il proprio turno. Muovono i loro primi passi nella giungla con cautela ed entusiasmo, e un certo spettinato dimenticarsi delle regole – tanto che la ‘povna, alla terza entrata fuori ora giustificata con ritardo, ha introdotto l’interrogazione di punizione, il giorno successivo; ma loro, che sono un po’ bambini, e dunque saggi, la prendono come l’occasione (che da soli non vorrebbero) per imporsi di studiare.
Nella mancanza generale di narratari, che colpisce in modo diverso ogni racconto della ‘povna, i primini subiscono, forse più di ogni altro. Perché sono nuovi, e vanno inquadrati; perché sono molto strani e variegati, certo; ma anche, e soprattutto (e la ‘povna questo lo sa benissimo), perché se i Merry Men fossero ancora lì dove tutta la scuola se li immagina, vale a dire sulla casa sull’albero, la ‘povna, dopo aver spiegato dai Cuccioli d’uomo fiaba e favola, salirebbe dai suoi uomini del bosco, per raccontare, sorridente: “C’è qualcuno che un poco vi somiglia”.
“Diamine, prof.!” – farebbe Piccolo Giovanni.
“Davvero?” – direbbe Soldino allungando la “e” e poi stringendola.
“Andiamo a vedere” – prenderebbe l’iniziativa Cirillo Skizzo.
E in massa lei se li troverebbe a fare un’ispezione nella giungla, il tempo di contare fino a uno.
Invece non succede. E la ‘povna quello che vede lo tiene per sé, non può fare altro. Ma guarda, e apprezza. Apprezza Dodo e Pulce, tutti e due vispi al primo banco, che andranno pettinati moltissimo (e la prima volta che la ‘povna glielo ha detto loro si sono toccati, tutti compunti, il ciuffo), ma che intanto aiutano, ciascuno, tutti i giorni, seduti a due a due, il compagno che è stato loro assegnato, che della loro vitalità allegra, eppure attenta, si giova come di farmaco. Apprezza Ribaldo che, bocciato dagli Extra-terrestri, in questa classe sembra rinato e, vicino a Mowgli e a Stabile si riscopre quasi leader (e loro glielo lasciano fare con inavvertita grazia, pur esercitando su di lui un potere inconsapevole che lo attira verso il lato chiaro della forza), e compie gesti eroici (“Prof., se vengo io al posto suo, non interroga Jerome, posso?”) che lei aveva visto compiere, ancora una volta, sempre e soltanto ai suoi uomini del bosco.
Ed è così che, schiacciata tra le funzioni narrative che si perdono, il frullatore delle troppe cose, le proposte di lavoro altro che piovono come rane (quasi a segnare una direzione che oramai non può essere che quella), la ‘povna ogni tanto si ferma, e pensa ai suoi cuccioli d’uomo sperduti nella giungla. Ed è molto grata di avere avuto il privilegio di questo incontro con loro.
Potrebbero interessarti anche :