Un'operatrice sanitaria scozzese è stata colpita, giorni addietro, dal virus Ebola e dalla Sierra Leone è stata subito trasportata prima a Glasgow, al Garntavel Hospital, dove c'è stata la conferma di diagnosi e, poi, attualmente è ricoverata a Londra.
E' il primo caso che riguarda la Scozia.
La cosa un po' ha stupito in quanto in Sierra Leone c'è stato, di recente, un calo del ritmo del contagio ma ciò non vuol dire in quanto sia il modo in cui viene contratta, quale che sia il vettore, che le stesse cure sono incerte e sperimentali.
Proprio come ben sappiamo ormai.
Tra l'altro si teme nel Paese una recrudescenza di malaria cerebrale, di polmoniti, di morbillo e febbri gialle.
Intanto il direttore di Medici con l'Africa Cuamm di Padova è in Sierra Leone per visitare gli ospedali di Lunsar, Makeni,Kono e Pujehun.
Lo scopo è di portare sostegno agli operatori e conforto ai malati per quel che è possibile( in quanto è ovvio che le misure precauzionali sono altissime).
Finora il numero dei decessi per Ebola solo in Sierra Leone ammonta a 7.842 persone e ci si augura che non continui ad aumentare.
L'unica certezza è, come ha dichiarato il direttore di Medici con l'Africa Cuamm, che ci troviamo dinanzi a strutture medico-ospedaliere fragilissime.
Pertanto, superata l'emergenza Ebola, bisognerà fare un discorso serio e degli interventi strutturali mirati alle esigenze della popolazione.
Occorrerà, insomma, lavorare a questo e per questo con l'aiuto e l'impegno di tutti : Stato e privati.
E' inammissibile trovarsi, in tempi di pace, dinanzi allo spettacolo desolante pari a quello di un campo di battaglia in tempo di guerra.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
ndr.)Immagine a corredo del testo tratta dal web.