I mondi di Primo Levi
Durante la visita al il campo di sterminio di Mauthasen una sensazione di gelo mi pervase. Mi pareva che il Male avesse così intriso di sé quei luoghi da renderne ancora possibile la percezione. Ero accompagnatore di una classe e incrociando lo guardo dei miei studenti avvertii che non ero l’unica a provare quella sensazione: il silenzio assoluto, che era calato dopo il chiasso del viaggio, non era imposto. Le parole rimanevano ghiacciate in gola e c’era solo voglia di piangere.
Non avevo nessun desiderio di freddo dell’anima, perciò, pur passando innumerevoli volte vicino a Fossoli , non mi è mai venuto il desiderio di una visita.
Questa volta era diverso. Questa volta in quegli edifici c’era una mostra dedicata a Primo Levi e non potevo perderla.
Tramonto a Fossoli 7 febbraio 1946
Molti non sanno che anche in Italia ci furono campi di concentramento. Uno era quello di Fossoli l’altro , più noto, era un vero e proprio campo di sterminio , la risiera di San Sabba a Trieste.
Il campo di Fossoli , oggi, si presenta devastato dall’umana incuria e dal terremoto. Durante la visita, la sensazione prevalente è rabbia per quello che appare un tentativo di occultare un pezzo tragico della nostra storia, una storia scomoda , che evidenzia la crudeltà di un regime del quale si stenta, oggi più che mai, a sottolinearne la devastante malvagità.
L’area si presenta modificata, rispetto al periodo bellico, per i successivi rifacimenti, ristrutturazioni , deterioramenti degli edifici e per lo sviluppo di una vegetazione inesistente nel 1943-45.
Dal luglio 1942 a fine novembre 1944, il campo funzionò come:
!- Campo prigionieri di guerra (luglio 1942,8 settembre1943) Ministero della guerra- Regno d’Italia
2-Campo di concentramento ebrei (5 dicembre 1943- 15 marzo 1944) Questura di Modena- Repubblica sociale italiana
3-Polizeiliches Durchgangslager n.152- Campo di concentramento Fossoli- !5 marzo 1944- primi agosto 1944- Bds Italien-Verona Questura di Modena –Repubblica sociale italiana
4-Centro di raccolta per mano d’opera in Germania (Agosto 1944- fine novembre 1944)
Il campo venne poi utilizzato con diverse finalità dal 1945 fino al 1970. Gli edifici corrispondenti alle fasi 1,2,3 erano posti in due settori adiacenti il Campo Vecchio ( 9 ettari), oggi scomparso, e il Campo Nuovo ( poco più di 6 ettari)
Il Campo di Fossoli fu la prima tappa del viaggio, che condusse Primo Levi nel campo di sterminio di Auschwitz.
Dalla biografia dello scrittore
“Levi si unisce a un gruppo partigiano operante in Val d’Aosta, ma all’alba del 13 dicembre è arrestato presso Brusson con altri due compagni. Levi viene avviato nel campo di concentramento di Carpi-Fossoli.
Nel febbraio del 1944 il campo di Fossoli viene preso in gestione dai tedeschi, i quali avviano Levi e altri prigionieri, tra cui vecchi, donne e bambini, su un convoglio ferroviario con destinazione Auschwitz.”
in questa immagine il viaggio di andata in nero e quello di ritorno in verde.
La mostra si apre con una serie di immagini che illustrano l’avventuroso viaggio dell’ atomo di carbonio, così come è raccontato da Primo Levi in Carbonio (da “Il Sistema Periodico). Uno dei miei racconti preferiti, (e anche uno dei miei insuccessi educativi: l’avevo proposto, qualche anno fa, in una quinta Istituto d’Arte, ma le emozioni non furono, se non in qualche caso, quelle sperate) .
Il percorso espositivo prosegue accompagnandoci nei “mondi di Levi”: oltre al testimone degli orrori del lager, incontriamo così il chimico, il grande scrittore, l’artista, ne conosciamo la famiglia e gli antenati, ne sentiamo la voce in importanti interviste. E scopriamo anche, come la sua opera sia conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, forse più che nel nostro Paese ( ma questa non è una novità!).
scultura in filo di rame
In mostra, non ci sono manoscritti o foto originali, solo riproduzioni. Nel complesso, però, viene tracciata un’immagine dell’autore molto interessante e completa e appare evidente l’enorme contributo che tutta la sua opera ha dato per far emergere da quella nebbia, in cui i nazisti avevano tentato di seppellirla, la verità e l’immane vergogna dei lager e degli stermini.
Credo proprio che, questa mostra, dovrebbe diventare patrimonio permanente del campo di Fossoli. Incontrare Levi in quel luogo, aiuta a comprendere meglio lo scrittore e il luogo stesso,
Fossoli e la mostra mi hanno riportato tra le mani l’ultimo libro scritto da Primo Levi, quello che più mi ha obbligato a riflettere: “I Sommersi e i Salvati”. Qui l’animo umano è spietatamente allo scoperto, qui si comprende cosa significhi perdere la condizione di esseri umani e il ritratto dei carnefici, di coloro che con incredibile maestria facevano scempio delle coscienze prima di accanirsi sui corpi, non è quello di esseri ” affetti da un difetto di origine”, ma:
“Erano fatti della nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni, non erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male.”
Non è una lettura facile, però la consiglio. Si parla del passato, ma leggendo quelle pagine, appare evidente che gli uomini protagonisti di quel passato ebbero cervelli identici ai nostri, con gli stessi identici meccanismi di funzionamento.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono di nuovo essere sedotte e oscurate: anche le nostre.” Primo Levi