Il 2 Maggio e' un giorno tecnicamente lavorativo ma denominato ufficialmente Giorno della Bandiera dal 2004: il 2 Maggio 1945 la Bandiera Polacca sventolo' sulla Colonna della Vittoria di Berlino ( Siegessäule), terminata l'omonima battaglia.
Mentre per la celebrazione del Primo Maggio come Festa dei Lavoratori il regime comunista imponeva l'esposizione capillare delle bandiere nazionali biancorosse, era severamente punito non ritirare le bandiere il giorno successivo, per evitare che sventolassero ancora il 3: infatti nella Repubblica Popolare di Polonia non era festa nazionale il 3 Maggio, l'anniversario della Costituzione Polacca, prima costituzione europea nel 1971, e naturalmente era vissuto come atto sovversivo la celebrazione di questa ricorrenza.
Il 3 Maggio ritorno' ad essere festa nazionale dal 1990,dopo la caduta del regime comunista e la costituzione della Repubblica di Polonia. Nel frattempo, dal 1892 in poi, i Polacchi furono sempre liberi di commemorare questo giorno nella piu' grande citta' polacca fuori dai confini della madrepatria: Chicago
http://chicagogeek.tumblr.com/post/49521742985/chicagos-polish-constitution-day-parade-is-the
Dal 2004, il Primo Maggio ha trovato un nuovo significato come festa nazionale, perfetto per celebrare lo spirito della Polonia contemporanea. La Polonia odierna e' uno stato che dopo aver ripreso la sua indipendenza ha fatto enormi progressi economicamente, grazie ai suoi cittadini che non hanno mai smesso di crederci e di lavorare, che non teme piu' i forti vicini di casa che per anni ne hanno negato ed impedito l'indipendenza, e che finalmente siede allo stesso tavolo delle altre nazioni europee, avendo ripreso il proprio ruolo e titolo dopo essere stata protagonista per secoli della storia di questo continente, prima di essere dissolta.
Durante questo ponte di festa Nazionale si aggiungono cosi' bandiere blu stellate alle altre che colorano in questi giorni le citta': le bandiere nazionali biancorosse,le bandiere biancogialle in ricordo del Papa Santo Subito, che oltre ad avere un ruolo di guida religiosa per i credenti e' stato per i Polacchi una guida politica enorme, aggregando nell'identita' nazionale e religiosa la forza della resistenza mentale e, quando necessario anche fisica, dei cittadini al regime occupante, le bandiere bianche con la scritta rossa di Solidarnosc.
Dagli edifici pubblici sventolano drappi enormi, gli autobus della municipalita' portano in giro piccole bandiere montate sul parabrezza. Quasi ogni palazzo residenziale, vecchio o nuovo, possiede dei portabandiera accanto alla porta principale d'ingresso, riempiti con i drappi ad ogni ricorrenza patriottica. Molti le espongono dalle finestre e dai balconi. Molti, semplicemente, vanno in giro vestiti di rosso e di bianco o di blu e di giallo.
Il parco Lazienki ha fatto da cornice agli eventi organizzati dallo Stato: il Presidente della Repubblica in carica e sua moglie, accompagnati dai due precedenti Presidenti di questi primi 25 anni di Repubblica hanno piantato la Quercia della Liberta'.
Piu' bande hanno intrattenuto i presenti presso diverse zone del Parco con spettacoli ripetuti nell'arco della giornata,
l'Ippodromo ha ospitato l'esibizione di gruppi a cavallo di rievocazione storica,
presso un tendone - sala da ballo, degli infaticabili ballerini hanno presentato una serie di danze tipiche di vari paesi europei (walzer, polka, danze irlandesi, sirtaki, minuetto etc), coinvolgendo tutti i presenti ed i loro bambini nelle medesime.Una schiera di Ponczek Angels hanno offerto lungo tutta la giornata bibite e bomboloni alla marmellata (Ponczki) (pare ce ne fossero 10.000 di bomboloni omaggio, noi ce ne siamo accaparrati uno a testa, incluse le Ice)
Ponczki Angels
Meraviglia colta in flagrante con il suo bombolone
La brezza che attraversa la citta' porta in giro le note che provengono dai tanti concerti delle bande e dei complessi musicali, classici e moderni. Su tutte si ripete l'Inno alla Gioia, scelto nel 1972 dal Consiglio d'Europa e poi adottato nel 1985 dai Paesi Membri come Inno ufficiale. Fu eseguito il 29 maggio 1986 quando a Bruxelles fu issata per la prima volta la Bandiera Europea.
La melodia è tratta dalla Nona sinfonia, composta nel 1823 da Ludwig van Beethoven, che ha messo in musica l'Inno alla gioia, scritto da Friedrich Schiller nel 1785. L'inno simbolizza non solo l'Unione europea, ma anche l'Europa in generale. L'Inno alla gioia esprime la visione idealistica di Schiller sullo sviluppo di un legame di fratellanza fra gli uomini, visione condivisa da Beethoven. Nel 1972 il Consiglio d'Europa ha adottato il tema dell'Inno alla gioia di Beethoven come proprio inno. Nel 1985 è stato adottato dai capi di Stato e di governo dei paesi membri come inno ufficiale dell'Unione europea. Senza parole, con il linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall'Europa. L'inno europeo non intende sostituire gli inni nazionali dei paesi membri, ma piuttosto celebrare i valori che essi condividono.
Nel 1985 io cominciavo la Prima Elementare: durante le ore di musica la Maestra Pierina,
Cercando le parole che mi mancano, scopro che la Pierina ne sapeva una piu' del diavolo: laddove il Consiglio Europeo aveva scelto l' inno in versione solo musicale perche' l'idea del testo in tedesco, quello scritto da Schiller, per quanto fosse un messaggio di fratellanza, poteva urtare, visto il ruolo svolto nella storia d'Europa dalla Germania nella prima meta' del novecento, lei per insegnarcelo ando' a recuperare il testo scritto dal compositore e librettista Arrigo Boito, (Boito, nel 1861, anno dell'Unita' d'Italia, scrisse il testo dell'Inno delle Nazioni su richiesta di Giuseppe Verdi che l'avrebbe poi eeseguito all'Inaugurazione dell'Esposizione Universale di Londra del 1962: Boito aveva vent'anni e si era appena diplomato al conservatorio di Milano, mentre Verdi ne aveva quarantotto ed era ormai famosissimo) Non sono riuscita a scoprire quando, ma ad un certo punto l'Arrigo scrisse il testo dell'Inno alla Gioia secondo lui, senza discostarsi dal messaggio di gioia e di fratellanza di Schiller ma in modo piu' breve e quindi piu' facile da imparare per noi seienni del 1985.
loro 3
Ultimamente sento dire da diversi amici polacchi che si sta bene a Varsavia, perche' si lavora tanto ma ora, rispetto a dieci anni fa, molti stanno imparando anche l'arte della joie de vivre senza festa comandata o matrimioni: fermarsi un attimo e rilassarsi, quando e' il momento, a gustarsi quanto si ha realizzato ogni giorno.
Questa mi pare la vera festa dei lavoratori: fermarsi a contemplare i frutti del proprio lavoro, a contemplare i frutti che ci circondano del lavoro di tutti coloro che ci circondano, migliorando la nostra vita l'un l'altro, ciascuno secondo le proprie capacita'. Che e' quello che han sempre fatto e mi hanno insegnato a voler fare i miei genitori.
Vorrei dedicare questo post al mio Babbo, che e' tutta la vita che lavora, a volte con soddisfazione e a volte no, ma che ha creato, o permesso che fossero creati, ogni giorno piccoli e grandi momenti di gioia grazie al suo lavoro: quarantadueanni di vita matrimoniale, una moglie e una figlia e due nipotine felici, tantissimi ricordi di tempo insieme, di luoghi visitati, di buon mangiare, di buon bere, di case accoglienti, di bei libri letti, di bei quadri dipinti, di viaggi in auto per portarmi oggi in aeroporto e ieri a scuola, e cosi' via.
Ps, la mamma di Boito era polacca e lui veniva ogni tanto in vacanza da queste parti, chissa', magari proprio ai primi di Maggio. Piccolo il mondo, eh