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Primo Piano Film Captain Phillips – Attacco in mare aperto di P.l Greengrass

Creato il 28 ottobre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

28 ottobre 2013 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •

Il consiglio di Elisabetta Bartucca

Summary:

Aprile 2009: a largo delle coste somale quattro pirati dirottano una nave mercantile statunitense, la Maersk Alabama, e prendono in ostaggio il capitano, Richard Phillips. Un incidente che passa alla storia per essere stato il primo dirottamento di una nave da carico americana in duecento anni di storia navale. Ora la cronaca di quelle ore diventa un film tratto dalla biografia scritta dal comandante della Alabama, ‘A Captain’s Duty: Somali Pirates, Navy SEALS, and Dangerous Days at Sea’; un adattamento cinematografico che sullo schermo è qualcosa di più, soprattutto se al timone c’è uno come Paul Greengrass, ex documentarista, sguardo indagatore e animo votato naturalmente al realismo.

Captain Phillips - Attacco in mare aperto

Captain Phillips – Attacco in mare aperto

“Captain Phillips – Attacco in mare aperto” arriverà nelle sale italiane il 31 ottobre, qualche settimana dopo il debutto negli Stati Uniti lo scorso 11 ottobre, che lo ha premiato fino ad oggi con 53 milioni di dollari. Sulla base di una sceneggiatura scritta da Billy Ray, Greengrass ne fa un thriller politico, analizza gli effetti della globalizzazione mondiale e si concentra sul faccia a faccia di due uomini i cui destini sono determinati da forze e poteri economici che sfuggono al loro controllo. Sullo schermo prende così vita l’impasse tra il Comandante della Alabama, Richard Phillips (il due volte premio Oscar Tom Hanks), e la sua controparte somala, Muse (Barkhad Abdi).

“Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto un sacco di ottimi film in grado di affrontare le questione della sicurezza nazionale e del terrorismo, ma con questa pellicola volevo che si guardasse al conflitto più generale nel mondo tra ricchi e poveri. – racconta il regista – Il confronto tra Phillips, che appartiene alla corrente dell’economia globale, e i pirati, che invece non lo sono, mi suonava fresco, nuovo e lungimirante. Il restare a distanza di Phillips e Muse, è un elettrizzante assedio in alto mare, ma che parla ai poteri forti che condizionano il mondo oggi”.

La storia ha inizio nel Vermont, dove il capitano Phillips lascia la famiglia per imbarcarsi sulla nave container, che lo porterà in mezzo al mare in giro per il mondo; nello stesso momento, in Somalia, l’ex pescatore Muse si prepara ad assaltare una delle grandi navi che ogni giorno passano da lì, nelle sue acque. Muse è solo la punta di un iceberg, come tanti si arrangia così dopo l’impoverimento della fauna marina causata dalla sovrapesca industriale.

Non è la prima volta che il regista britannico rivolge il suo occhio indagatore alla realtà contemporanea: lo aveva già fatto con la questione irlandese in “Bloody Sunday” nel 2002, con i fatti dell’11 settembre 2001 in “United 93” (che gli fece guadagnare una prima nomination agli Oscar) o con la guerra in Iraq nel più recente “Green Zone”.

Adesso come allora Greengrass non si tira indietro e si mette completamente in gioco decidendo per esempio di portando l’intera troupe in mare aperto: il 75% del film è stato girato a largo dell’oceano, due mesi di riprese su una nave da lavoro per “trasmettere la realtà e l’immediatezza dei fatti, così come sono successi”.

“È stata una delle esperienze più dure in cui mi sia mai imbattuto. Essere in mezzo all’oceano tutti i giorni, ogni giorno, girare in spazi ristretti o in mare aperto, tra le onde, era una tortura. – spiega Greeengrass – Ho iniziato le riprese con la convinzione che si dovessero rivivere gli eventi raccontati in condizioni il più possibile vicine a quelle reali in cui si verificarono i fatti. Tutti mi dissero: ‘Tu sei pazzo, girare in mare aperto è una delle cose che un regista non può fare’. Ma alla fine lo abbiamo fatto e ha dato al film quella veridicità che non è in alcun modo quantificabile”.

Uno sforzo produttivo che avrebbe messo tutti a dura sia a livello fisico e psicologico che logistico, ma ampiamente ripagato, pare, dal risultato.

di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net

Tom Hanks in Captain Phillips - Attacco in mare aperto
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