Laurea in biologia nel 1990 presso la University of Victoria nella Columbia Britannica, al simpatico e intrepido Paul Nicklen il destino ha riservato un’esistenza non comune, trascorsa tra gli Inuit nelle regioni artiche del Canada e segnata dall’entusiasmo per la professione di biologo marino e l’accesa passione per la fotografia.
Dal suo arrivo a 4 anni presso Baffin Island, ha imparato a conoscere il Polo e a carpirne i segreti, da subito immortalati dalla sua speciale sensibilità nelle foto di ghiacci e abitanti che li popolano.
L’inseparabile macchina fotografica ha accompagnato come amica fedele il suo intenso percorso professionale, caratterizzato da collaborazioni importanti con le riviste Canadian Geographic, Natural History Time, Life e in particolar modo NationalGeographic
Il titolo di una delle sue pubblicazioni, Polar Obsession(2009) può far comprendere l’importanza che per Paul Nicklen ha assunto negli anni il mondo polare, unito al desiderio di comunicarne, attraverso la fotografia, aspetti veritieri sfatandone i luoghi comuni, conferendo un volto reale alle problematiche ad esso connesse; in primis la precoce e costante diminuzione dei ghiacciai in Artide e Antartide a causa del surriscaldamento globale.
Tra i molteplici riconoscimenti, 5 premiWorld Press Photo e le sue fotografie inserite nel 2010 tra le “40 immagini di natura più belle di tutti i tempi” dall’International League of ConservationPhotographers.
Le sue foto tra i ghiacci sono quasi sempre realizzate in situazioni estreme, in immersione totale nell’acqua gelata sotto il pack, con il corpo torturato dal freddo insostenibile e una fotocamera subacquea che blocca per sempre immagini sorprendenti.
Indimenticabili gli scatti ottenuti già nel 2007 dall’incontro ravvicinato con la generosità di una materna foca leopardo, che lo hanno portato a vincere il primo premio al concorso Pictures of the YearInternational (2007), così desiderosa di nutrirlo da portargli in pasto pinguini ancora vivi, proteggendolo al contempo dall’aggressività di un’altra foca.
Lunghi attimi di pura emozione dove le lacrime di gioia sotto la maschera di Paul si sono mescolate all’acqua gelida dell’Antartide in cui si muoveva incurante del freddo.
L’impatto emotivo del racconto da lui stesso raccontato è così intenso al punto di indurci a desiderare di replicare anche noi l’esperienza, tuffandoci in oceani di ghiaccio armati di videocameraprofessionale GoPro per immortalare una foca leopardo. Ma ammettiamo che oltre all’eccezionalità di una Hd Hero, non potremmo vantare altrettanti straordinarie capacità di resistenza al gelo polare. Anche se le foto nel ghiaccio in compagnia della fauna locale ci ripagherebbero ampiamente dello sforzo
Con la sua ultima impresa, Paul Nicklen ha conquistato a ottobre il primo premio Veolia Environnement WildlifePhotographer ofthe Year, edizione 2012 presso il Natural History Museum di Londra, con la fotografia “Imperatori e Bolle”, immortalando con un click la sorprendente velocità dei pinguini imperatore che si affollano nelle acque del Mare di Ross (Antartide) verso la superficie, attraverso un foro della banchisa.
Foto dei ghiacci come al solito estrema, poiché Paul ha atteso la colonia, immobile e paziente, immerso nella gelida apertura da dove ha sperato, coronato dal successo, uscissero i pinguini.
“E’ stato fantastico”, sostiene, “un momento che mi sento incredibilmente fortunato di aver vissutoe che non dimenticherò mai”.
“Il ghiaccio marino sta scomparendo, sottolinea, “voglio dare un volto a tutto questo. Voglio che la gente capisca che se perderemo il ghiaccio perderemo un intero ecosistema”.
Uno spettacolare modo di fare scienza che diventa importante denuncia sociale.