Primo risveglio in Peru
Chiedo a una ragazza sul ciglio della strada quale minibus mi consiglia per andare in centro e, mentre pensa, le urla del bigliettaio sospeso tra asfalto e scala del veicolo la convincono a farmi saltare al volo su questa simpatica ferraglia azzurra.
Sorrido al cigolio del sedile quando mi siedo e faccio altrettanto quando al secondo incrocio una brusca frenata regala una bella panoramica del pavimento e del soffitto con balzo in avanti. Questa volta il microbus che ci taglia la strada si ferma improvvisamente, mettendo a dura prova la reattività del nostro autista da rally cittadino. Si riparte a tutta velocitá mentre Carlos (chiamerò così il bigliettaio) urla ad ogni incrocio “Tacna, Pizarro, sube amigo! Tacna!” Sale qualcuno ogni minuto, una nonna si siede al mil fianco, mi scruta sorridendo e torna al suo lavoro con la lana. Il giovane che canticchiava nascosto tra le sue cuffie chiede di poter scendere ed ecco che Carlos grida “baja baja!”, colpendo la fiancata del mezzo piu volte.
Apre la porta e la richiude, sistemando frettolosamente la catena di sicurezza che consiste in una corda di scarpa allacciata alla porta. Tutto questo mentre grida “Tacna, Pizarro!”.
Mi distraggo un attimo e non vedo piu Carlos, che fino a prima stava appeso fuori dal minibus. Quando ci fermiamo al semaforo Carlos riappare con bottiglie di bibite fresche per lui e per l’autista. Ancora due colpi sulla fiancata per avvertire l’imminente stop per la nonna che mi sta a fianco.
La saluto con un cenno mentre un camion sfiora il finestrino dal mio lato, scatenando una battaglia a colpi di clacson e polvere.
Carlos mi guarda e mi dice di star pronto. Questa volta le botte al portone sono per me. “Baja, baja!” Faccio un salto fuori dal veicolo, guardo davanti a me: numero civico 9427, Carretera Tacna. Improvvisamente mi sento immobile in mezzo al traffico di vetture e mercanti che animano questa metropoli sommersa dal caldo soffocante. Poi basta un passo per farmi trasportare dalla frenesia nel centro di Lima.