Ma forse il bello di partire, almeno per me, è proprio il non avere una meta ben precisa e di trovarmi quindi a decidere giorno per giorno cosa fare. L'idea era quella di scoprire Croazia e Slovenia, e mi sono trovato una volta di più a cazzeggiare fra un passo dolomitico e l'altro. Volevo vedere l'Istria e ne ho avuto un assaggio anche culinario con i favolosi moscardini alla piastra mangiati a Pirano; volevo vedere l'isola di Krk e il ponte che la collega alla terraferma e ci sono arrivato: posto bello oltre la più rosea aspettativa... ma non sono riuscito a rimanerci. Nonostante il paesino carinissimo, nonostante il mare che insolitamente mi attirava, nonostante i piaceri della tavola... nonostante tutto.
Ho passato un secondo giorno sotto tono in giro per l'interno della Croazia che onestamente è uno dei posti più brutti che mi sia capitato di vedere, per arrivare ai tanto decantati laghi di Plitvice. Belli, carini, un'oasi naturale... tutto quello che volete, ma dovevo ripartire.
E allora su, con una fermata alle grotte di Postumia e al vicino castello di Predjama costruito per metà dentro a una montagna, e poi fino a Lubiana che quasi stavo per escludere dal tragitto all'ultimo momento dopo un infruttuoso cambio di percorso fatto in corsa pensando di accorciare la strada. Lubiana è uno spettacolo, meriterebbe più tempo delle due ore che le ho dedicato... ma proprio non sono riuscito a restare di più. Ho preferito arrivare al lago di Bled anche solo per un'occhiata e una foto all'isoletta con la chiesa; in fondo la mia destinazione si stava delineando ogni minuto di più. Alpi. Dolomiti. Montagne. Avevo voglia di quelle che ormai considero le "mie" montagne anche se non ho l'occasione di vederle che una volta all'anno.
Ed ecco che, inaspettata come sempre, si materializza la cosa che ti resta di più di una settimana di vacanza. Avevo sentito parlare della strada del Mangart come della strada alpina più alta della Slovenia: "capirai...", mi ero detto fra me e me. Fortuna invece ha voluto che mi trovassi quasi per caso a salire su per il passo del Predil dalla Slovenia per l'Italia e che vedessi il bivio: per come avevo progettato il giro, per andare sul Mangart avrei dovuto fare una divagazione apposita. E il Mangart rimane il simbolo di questa vacanza: oltre i duemila metri arriva questa strada che non porta assolutamente da nessuna parte ma gira in tondo e scende di nuovo... ma ti fa sentire sul tetto del mondo. Sali sulla collinetta che sovrasta la strada e ti trovi sbattuto qua e là da un vento esagerato; guardi oltre il ceppo che delimita il confine tra Italia e Slovenia e vedi l'Italia mille metri più sotto... giusto oltre lo strapiombo che ti si para davanti.