TOP
Benetton Treviso
Manoa Vosawai: per distacco il migliore in campo tra i Leoni, anche perché ha la fortuna di uscire prima del crollo trevigiano. Una bestia, una forza della natura, come ampiamente dimostrato nell’uscita dalla maul che porta alla meta. Dirompente come pochi.
Simone Favaro: un muro, gli scozzesi che si imbattono in lui vengono puntualmente respinti. Placca – o meglio – rade al suolo chiunque. Insieme a Zanni e Vosawai forma una terza linea compatta ed efficace, sicuramente il miglior reparto della squadra. E mancava Barbieri…
Zebre
Il primo tempo: se Munster mette a segno soli 3 punti nei primi 40′ di gioco è soprattutto merito dei bianconeri, bravi ad arginare le sortite offensive degli irlandesi. Compatti in mischia e nei raggruppamenti, questa squadra conferma come la difesa sia il suo vero punto di forza, a prescindere dai risultati.
Luca Martinelli: tanta personalità per la zebra 23enne. Aggredisce sovente il mediano avversario ed è uno dei migliori del primo tempo bianconero. Sicuramente da preferire al pari ruolo Tebaldi.
La mischia: la Red Army forse sottovaluta il pacchetto bianconero, pensando di vivere una serata tranquilla. Le Zebre, dal canto loro, danno l’anima in ogni ingaggio e si mostrano capaci di mettere in difficoltà i dirimpettai in rosso. Guidata da Redolfini, Manici – ottimo l’esordio per lui – e dal mai domo Perugini, si è guadagnata con assoluto merito un posto tra i top settimanali.
FLOP
Benetton Treviso
La gestione della gara: un tempo da dominatori, in mischia, in maul, ovunque. Un tempo, però, chiuso in vantaggio di soli 4 punti. Troppo poco. Bisognava essere più incisivi, più cinici e soprattutto più precisi. Mentalmente, si deve ancora crescere, per evitare in futuro altre sconfitte del genere.
Tobias Botes: già dalla prima frazione si intuiva che non sarebbe stata la sua serata migliore, causa scarsa precisione al piede. Ma nel secondo tempo i sospetti si rivelano fondati: spostato all’apertura, in un ruolo in cui ha già dimostrato di non rendere al meglio, è il protagonista del passaggio errato che spalanca le porte alla prima meta di Seymour e dà inizio alla caduta libera biancoverde.
Kris Burton: la buona partita contro Tolosa è stata, probabilmente, l’eccezione che conferma la regola, che vede l’italo-australiano in grande difficoltà ormai da un mese. Poco preciso al piede e sofferente in entrambe le fasi. Di Bernardo serve come il pane.
Zebre
Tenuta sugli 80′: abbiamo parlato del primo tempo giocato splendidamente dalle Zebre, ma nella ripresa la vera differenza tra le due squadre è venuta fuori. Alla squadra di Gajan mancano ancora gli 80′ ad alto livello, sia fisicamente che mentalmente, per poter almeno mettere i bastoni fra le ruote a franchigie più blasonate. Un aspetto che può migliorare soltanto col tempo.
Alberto Chiesa: con Orquera a rifiatare in panca, Gajan affida la maglia n. 10 nuovamente al 24enne livornese. Che il mediano d’apertura non sia il suo ruolo per antonomasia è ormai appurato e riproporlo una seconda volta lì non è stata una mossa geniale da parte del dt francese. Un inversione di ruoli con Halangahu, forse, era la cosa migliore.
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
OA | Daniele Pansardi