Il Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo ha stabilito che il processo ai marò sia sospeso e rimanda ogni decisione alla Corte dell'Aja.
Dopo tre anni e mezzo di rinvii, cavilli burocratici e lentezze della giustizia indiana,
Girone e Latorre destinati a rimanere in India per anni.
Invece, i 21 giudici di Amburgo, con 15 voti a favore e 6 contrari, hanno risposto che tutto resta come prima nella controversia che vede contrapposti India e Italia. Salvatore Girone resterà in India e Massimiliano Latorre, prima o poi, ci dovrà tornare.
Il Tribunale di Amburgo ha deciso che per il momento non ci sarà nessun provvedimento urgente e temporaneo ed ha sancito che tutto ciò che riguarda il processo ai marò passa alla Corte internazionale di giustizia dell'Onu, che ha sede all'Aja. Questo significa che i tempi saranno molto lunghi: si dovranno scegliere i giudici di comune accordo tra Italia e India e, considerato che Nuova Delhi potrebbe sollevare diverse eccezioni, passeranno anni prima di una sentenza, che non stabilirà se Latorre e Girone sono innocenti o colpevoli, ma quale dei due Paesi dovrà giudicarli.
Per l'Italia è una vittoria a metà, perchè da una parte l'India non dovrà più occuparsi della vicenda giudiziaria dei Marò, ma dall'altra è stata negata la libertà ai nostri fucilieri di marina. Insomma, congelando la situazione, la Corte di Amburgo ha dato un colpo al cerchio ed uno alla botte.
Intanto Latorre è convalescente in Italia e, come dicevamo, dovrà ritornare in India quando sarà guarito e Girone, che si trova a Nuova Delhi, non tornerà in Italia finchè il Tribunale dell'Aja non dirimerà la controversia tra Italia e India.
La Corte dell'Aja stabilirà chi, tra India e Italia, farà il processo ai marò.
Tutto dunque rimane in pratica come prima, tutto viene rimandato alla decisione della Corte dell'Aja che dovrà stabilire chi, tra India e Italia, giudicherà i due militari. Poi ci sarà il processo ai marò. Insomma, si sono persi 42 mesi e c'è da scommettere che se ne potrebbero perdere altrettanti.
L'Italia aveva chiesto che Girone potesse rientrare in Italia e la permanenza in Patria di Latorre, ma le richieste sono state rigettate. Gli avvocati italiani spingevano sul fatto che per i marò non è stato formulato ancora un capo d'accusa. L'India era determinata, invece, sempre più a mantenere la propria giurisdizione sui due Marò, affermando che l'incidente è avvenuto in acque indiane, che i due pescatori uccisi erano indiani e che quindi il processo ai marò sarebbe di competenza indiana. L'Italia asserisce, invece, che il fatto è successo in acque internazionali.
Si sperava che si arrivasse a dipanare la matassa, complicata sia per colpa della vergognosa burocrazia indiana sia perchè l'Italia si è mossa, altrettanto vergognosamente, dopo 40 mesi di immobilismo o quasi, ma neanche la Corte di Amburgo è riuscita ad arrivare ad una decisione, e l'incubo per i due marò continua.