Processo Costa Concordia: anche l’equipaggio parte offesa – Rassegna Stampa D.B.Cruise Magazine

Creato il 25 ottobre 2012 da Dreamblog @Dreamblog

Assieme ai naufraghi e ai familiari delle vittime anche alcuni membri dell’equipaggio fanno causa perché, da allora, non riescono più a navigare. La testimonianza

“Non vogliamo più risalire a bordo di una nave da crociera”. Il naufragio della Costa Concordia li ha segnati in modo indelebile. Traumatizzati. E durante l’incidente probatorio iniziato lo scorso 15 ottobre, hanno rivissuto quei drammatici attimi di terrore attraverso la perizia dei tecnici nominati dal Tribunale di Grosseto.

Carmelo Onorini, secondo maitre, Leonardo Colombo, direttore di cucina, e Raffaele Pasquale Monteleone, tecnico macchina, facevano parte dell’equipaggio della Costa Concordia la notte del 13 gennaio scorso. Come tutti gli altri membri dell’equipaggio, dopo il naufragio, sono stati reimbarcati appena è stato possibile su altre navi della flotta e saldati per le mansioni svolte sulla Costa Concordia.

Ma qualcosa per questi tre uomini non ha più funzionato come prima, qualcosa si è rotto. Lo shock di quella notte è lentamente riemerso nelle loro menti, proprio durante le navigazioni successive e hanno deciso di costituirsi parte offesa proprio come i naufraghi. Onorini, Colombo e Monteleone, però, sono gli unici tre membri dell’equipaggio ad averlo fatto. Perché?  

“(…)A completo e definitivo stralcio e saldo occorrendo in via di transazione di ogni sua pretesa e /o diritto derivante dal naufragio”. Con questa clausola sulla distinta di pagamento, ai tre membri dell’equipaggio sono stati liquidati gli imbarchi e le eventuali perdite. Un conteggio che la compagnia di navigazione ha fatto anche in base agli effetti personali che i membri dell’equipaggio hanno dichiarato di avere avuto in cabina e di aver smarrito nella collisione. Monteleone ha riscosso 7.915 euro, Colombo 12.345 euro e Onorini 17.855 euro e 38 centesimi. Chi più, chi meno, ma ogni persona dell’equipaggio ha ricevuto circa 10 mila euro.

Ma con quella dicitura è stata esclusa la possibilità, da parte della società armatrice, di renderli parte offese. Loro come il resto dell’equipaggio.

“Perché sono stati liquidati fin da subito i membri dell’equipaggio? Forse per non renderli parte offesa nel procedimento penale di Grosseto? V’è forse paura della verità?”, domandano Davide Romano e Claudio D’Amato, legali dei tre membri dell’equipaggio originari di Pizzo Calabro.

I due avvocati proprio questa mattina hanno notificato l’atto di citazione per risarcimento danni per oltre 3 milioni e mezzo di euro con rescissione contrattuale della transazione firmata nell’immediatezza  del naufragio. Contratto impugnabile, secondo i legali, per essere stato sottoscritto troppo a ridosso del naufragio e quindi in un momento di forte shock per il personale della Concordia.  Un milione a testa. Questo hanno chiesto di risarcimento i tre ex Costa Concordia.  Ma sentiamo dalla viva voce di Carmelo Onorini, secondo maitre per il quale è stato fatto l’inchino al Giglio, che cosa non ha funzionato in quella tragica notte, quando la Costa Concordia fece naufragio, e di quali conseguenze psicologiche avrebbe sofferto da allora.

Quella notte lei era a bordo della Costa Concordia. Al momento della collisione dove si trovava?
Mi trovavo proprio a poppa, al ponte numero 4, sulla sinistra della nave dove c’era lo scoglio contro cui ha urtato la nave. Insomma, proprio sul punto di collisione. Stavo contattando dei passeggeri perché dovevo cambiargli il tavolo. Ho sentito uno scossone forte e visto la gente cadere a terra. Ho pensato “ma c’è mare forte fuori?”. Quando c’è maraccio a poppa si sente qualche vibrazione ma mai in quel modo. Comunque sono corso fuori e ho visto che il mare era calmo. Poi, quasi in contemporanea, il blackout. La nave si è inclinata sulla sinistra e poi sulla destra. Io ho chiamato direttamente in plancia per chiedere al comandante di fare un annuncio, per calmare i passeggeri. È scattato subito il panico. Immediatamente. Dopo un po’ è stato fatto l’annuncio. Ma solo dopo un po’…io navigo dal 1971 e non mi è mai capitato di veder girare una nave in così pochi minuti. Ho vissuto un’altra collisione tra due navi, moltissimi anni fa, sulla Royal Princess ma non è successo una catastrofe così.  

A che ora è riuscito a raggiungere il Giglio? Nell’evacuazione ha avuto lesioni fisiche?
Si, ho avuto lo stiramento dei tendini della spalla destra e gomito destro mentre stavo preparando le zattere per far evacuare i passeggeri. Alle 2.45 del mattino sono arrivato a terra e sono stato costretto ad andare via perché mi sentivo male: il giorno non avevo pranzato e aspettavo di cenare. Sono stato io a far calare la biscaggina a mare dalla quale sono fuggiti la maggior parte dei naufraghi. Io e altri miei colleghi abbiamo organizzato lo sbarco dei naufraghi con le zatterine, fino al mattino.  

Lei come la maggior parte dell’equipaggio ha deciso di reimbarcarsi su un’altra nave Costa, precisamente sulla Costa Mediterranea. Era il 17 maggio. Dopo pochi mesi, il 18 agosto, lei si è fatto sbarcare d’urgenza nel porto di Civitavecchia prima della fine della crociera. Perché?
Perché stavo male. Quando andavo in cabina, mi vedevo solo e mi veniva l’ansia e ripensavo costantemente a quei momenti sulla Costa Concordia. Avevo il mal di testa, ero diventato nervoso e facendo io la riservazione dei tavoli e quindi lavorando con i passeggeri mi sentivo confuso. Non ero più io tra quelle persone. Avvertivo come un calore dai piedi alla testa. Ma questo mi succede anche adesso che sono sbarcato…

Nei mesi successivi al naufragio, durante i suoi imbarchi, ci sono stati episodi che le hanno creato uno stato ansioso?
Sulla Mediterranea abbiamo preso delle virate piuttosto violente come ad esempio ad Odessa, quando siamo passati dentro al porto.. non riesco più a salire su una nave, neanche su una barca. Mi sento gli occhi impietriti, non riesco più a dormire.    

Onorini, lei è da alcuni mesi in cura da uno psicologo. Che diagnosi le ha fatto?
Disturbo post traumatico da stress con sindrome ansioso-depressiva-reattiva.  Ma lo ha detto non solo uno psicologo ma anche un altro. Entrambi mi ha detto la stessa identica cosa.

Dopo un trauma come quello della Costa Concordia ci sono dei sogni o incubi ricorrenti?  
La nave che si gira, non che si appoggiata sullo scoglio ma che si capovolge completamente e mi risucchia. Cerco di uscire da quella nave ma non ci riesco. Allora mi sveglio con il mal di testa. Oppure mi sveglia mia moglie perché mi agito nel sonno..

In questi mesi ha mai pensato al comandante Schettino? Che cosa pensa di lui?
Se lui avesse dato l’allarme prima…solo questo… io ho navigato molte volte con Schettino, senza nessun problema, ma questa volta non so davvero che cosa sia accaduto là dentro (in plancia ndr). Se solo avesse dato l’allarme prima…

Fonte: Panorama.it


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