Spatola, proprio oggi avrebbe dovuto deporre in videoconferenza, come teste, nel processo dove due sono gli imputati: il boss di Trapani Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante e Vito Mazzara, ritenuto componente del commando di sicari che entrò in azione a Valderice, la sera del 26 settembre 1988 per finire Rostagno.
Durante il processo tenutosi oggi, il collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara, deponendo in Corte di Assise a Trapani, ha detto che «Mauro Rostagno era pericoloso per Cosa Nostra sia per quello su cui indagava sia per ciò che comunicava». Calcara parlando alla Corte ricordava che, alla fine degli anni Ottanta, mentre era recluso nelle carceri di Favignana, assieme ad altri uomini di onore come Francesco Luppino, gli editoriali di Rostagno venivano duramente criticati: «Si facevano commenti pesanti, volgari» nei suoi confronti.
Il collaboratore ha anche riferito che Rostagno «non danneggiò» solo Cosa Nostra ma anche personaggi collegati «uomini delle istituzioni deviate e massoni». Le parti civili hanno chiesto al pentito se fosse a conoscenza di chi fossero gli uomini delle istituzioni deviate, ma il pentito ha detto di non saperlo.