Procura Bari, no arresto per Lavitola. Premier parte lesa

Creato il 10 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Giuseppe Timpone il 10 ottobre | ore 15 : 57 PM


Una vicenda, che rischia di diventare grottesca, quella che vede indagati il faccendiere Valter Lavitola e l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, accusati di avere estorto denaro al premier Silvio Berlusconi, in cambio di una falsa testimonianza, per il processo sulle escort ad Arcore. Il fascicolo dell’indagine era stato trasferito nei giorni scorsi da Napoli a Bari, dove la Procura ieri non ha chiesto l’arresto di Lavitola, latitante all’estero, in quanto nutre parecchi dubbi sulla dinamica dei fatti. Avanza, addirittura, l’ipotesi di spedire gli atti a Roma, dove il caso finirebbe in archiviazione.

Ma procediamo con ordine. Il 30 agosto scorso, Tarantini e la moglie Nicla vengono arrestati, su ordine della Procura di Napoli. L’accusa è di estorsione ai danni del premier, mentre Lavitola viene indagato. Su di lui pende già un ordine di arresto, anche se l’uomo è fuggito all’estero. Secondo gli inquirenti, Tarantini estorse fino a 800 mila euro al premier, per non dichiarare al processo che lo vede indagato per favoreggiamento della prostituzione, che egli sapesse che le ragazze delle feste ad Arcore fossero escort.

Sempre secondo i giudici, il giro di denaro sarebbe avvenuto tramite Lavitola, il quale si sarebbe così reso complice del Tarantini. Ma a settembre, la Procura di Napoli ribaltò i termini delle indagini e il premier, da parte lesa, divenne indagato per reato di induzione a falsa testimonianza. In sostanza, ora sarebbe stato Berlusconi, per i giudici partenopei, ad avere pagato Tarantini, per convincerlo a dichiarare il falso.

Gli atti dell’inchiesta, intanto, vengono spediti a Bari, anche se il PM Amelia Primavera avrebbe voluto che fosse la Procura di Roma ad occuparsene, dato che le testimonianze proverebbero che il primo passaggio di denaro tra il premier e Lavitola sia avvenuto nella capitale.

Secondo indiscrezioni, tuttavia, la posizione del premier si starebbe alleggerendo clamorosamente, con la Procura di Bari, la quale ritiene che Silvio Berlusconi sia, in realtà, parte lesa di questa odissea giudiziaria. Il tutto potrebbe finire presto con il passaggio degli atti a Roma e la conseguente richiesta di archiviazione della Procura capitolina.


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