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Prodotti a km zero e tutela linguistica in Calabria? Il Consiglio dei Ministri ricorre alla ...

Creato il 31 agosto 2012 da Ilazzaro @Ilazzaro

Prodotti a km zero e tutela linguistica in Calabria? Il Consiglio dei Ministri ricorre alla ...

Qualche mese fa pubblicai una simpatico provvedimento riguardante l'Expo di Milano.

In particolare il disciplinare di gara del bando sulle architetture di servizio di Expo 2015 pagina 8: laddove si parla dei punteggi da assegnare ai concorrenti, viene riconosciuto come elemento distintivo la proposta di soluzioni “che adottino – è scritto nel testo – materiale a basso impatto ambientale (…) e con provenienza geografica entro i 350 chilometri dal sito dell’Expo Milano 2015”. In parole povere vengono tagliate fuori tutte le aziende meridionali.

Accadeva qualche mese fa. Se non fosse stato per taluni imprenditori terroni, e per l'Assessore al bilancio del Comune di Napoli, Marco Esposito, nessuno si sarebbe accorto di nulla.

il 27 luglio, il Consiglio dei Ministri, oberato di lavoro, ha trovato il tempo per impugnare un provvedimento che, in linea di principio, ricalca esattamente le linee del disciplinare sull'Expo 2015, niente meno che davanti alla Corte Costituzionale.

Ovviamente, due pesi e due misure (caro Ministro Barca, dove sei? Altro che seminatori di zizzania...)

Il Consiglio dei Ministri, riunitosi oggi, ha esaminato complessivamente ventotto leggi regionali e delle province autonome portate all'attenzione dell'esecutivo nazionale dal Ministro per gli affari regionali, Piero Gnudi, Nell’ambito di questo fascicolo di leggi, il Consiglio ha deliberato l'impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale di alcuni provvedimenti e tra questi diversi riguardano atti normativi prodotti dalla Calabria. In particolare, si tratta della legge n. 22 dell’11 giugno 2012 «Modifiche alla legge regionale 14 agosto 2008 n. 29, recante «Norme per orientare e sostenere il consumo di prodotti agricoli anche a chilometri zero». La contestazione del Governo nasce in quanto, secondo quanto sostenuto dall'esecutivo Monti, la regge regionale contiene delle disposizioni che, nel favorire la commercializzazione dei prodotti regionali, ostacolerebbero la libera circolazione delle merci in contrasto con i principi comunitari. In sostanza, la normativa regionale viene considerata alla stregua di un provvemento di natura quasi autarchica tale che i prodotti regionali avrebbero un vantaggio considerato contrario al principio di libera circolazione delle merci rispetto ai prodotti extraregionali. (da ilquotidianoweb.it)

 


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