E così mi ritrovo disoccupato. A 44 anni, in terra straniera, con una non perfetta conoscenza della lingua del paese che mi ospita.
Vivo in Olanda da due anni. Per campare ho fatto il lavapiatti in un ristorante egiziano. In mezzo a tonnellate di liquami di animali massacrati, cucinati, divorati. Ho retto 24 mesi, lavorando come uno schiavo, in mezzo ad una sporcizia indescrivibile, condizioni igieniche assurde per un paese civile come l'Olanda, e condizioni di sicurezza inesistenti. Contratto a zero ore, e una parte del salario in nero.
Quando sono scivolato nella melma della cucina, e sono andato a sbattere pesantemente la testa contro una scala di acciaio; quando mi sono sollevato dal mio bagno di sangue e ho capito che ero ancora vivo, ho pensato che forse era il caso di cercare un altro lavoro.
Così ho provato a fare il cameriere in una piccola pizzeria italiana. Niente più sporcizia, niente più liquami o bestemmie in arabo. "Solo" prosciutti, salami, mozzarella e tonno in scatola. E bestemmie in italiano.
Ieri ho detto basta. Basta farmi trattare di merda, e per di più da persone che fanno i soldi cucinando e vendendo cadaveri di animali. Basta ! Ci sarà pure un modo per svegliarsi da questo incubo...
Non ne posso più di questo mondo criminale, eppure devo pur andare avanti. Chiederò il sussidio di disoccupazione? Me lo daranno? Lo voglio davvero, un sussidio di disoccupazione? E intanto che faccio?
Ok, calma. Intanto perfezionerò lo studio di questa lingua, non mi manca poi molto. Ho un titolo di operatore socio-sanitario riconosciuto qui in Olanda, potrei ritornare a lavorare con i pazienti psichiatrici, come facevo in Italia.
Nelle "Case Famiglia" i miei compiti comprendevano il dover cucinare per gli ospiti. Carne e pesce naturalmente. Nelle strutture più organizzate si tratterebbe "solo" di servire pasti già confezionati. Tutto sommato meglio che lavorare in una macelleria...
Posso andare avanti qualche mese. Posso farcela. E nel frattempo continuare a fare il postino part-time senza contratto. Questo sì un lavoro vegano!
Tranne quando si tratta di consegnare le varie pubblicità di generi alimentari/cadaveri di animali segregati e uccisi e venduti all'ingrosso, la rivista "Il Pescatore di Scheveningen", e numerose altre simili amenità.
Bisogna fare compromessi. Altrimenti la condizione di disoccupato diventerebbe la conseguenza dell'essere vegano. Invece no.Sono disoccupato per lo stesso motivo per cui sono vegano. In un mondo normale non ci sarebbe alcun bisogno di essere vegano. In un mondo normale nessuno si sognerebbe di fare del male agli animali, di sfruttarli e meno che mai di mangiarli o di indossarli.
E così in un mondo normale non ci sarebbe la disoccupazione, non esisterebbero ricchezza e povertà, e non ci sarebbe violenza. L'imbecille crudeltà che la razza umana adopera verso gli animali, è la stessa imbecille crudeltà che essa adopera contro se stessa.
L'imbecille crudeltà di un tiranno tipo Gheddafi, Mubarak, il dittatore dello Yemen e dir si voglia, ha la stessa matrice che porta la vicina di casa tanto gentile ad acquistare al supermercato la sua fettina di carne.
La violenza e l'orrore non abitano solo a Tripoli, in Somalia o al Cairo. Lo schifo e la depravazione morale non contraddistinguono solo gli uomini politici, i mafiosi e i finanzieri.
Se apri il tuo frigorifero, tu lettore di questo post, cosa vedi?