Buon cielo!
Scrivo mille volte meglio di loro!
Certo, se mi concedessero una mia linea di scarpe, non metterei enormi bulbi oculari di ciglia muniti, che mi osservano da una ballerina sberluccicante; avrei più di una difficoltà a convincere Brivido a posare in ascensore [anche perché dovrei trovarne uno di ascensore quotidiano...] come se stessimo sempre andando al cenone della vigilia, ma con una faccia "alla cazzo", come se dicessimo al mondo che noi, però, ci siamo svegliati così, e non teniamo Aldo Coppola chiuso nell'anta dell'armadietto di fronte al water; temo anche di non possedere l'addominale del Di Vaio, ne il capello splendente di una qualsiasi delle Chiara.
Diciamocelo: sotto sotto sono invidiosa.
È arduo ch'io possa smettere di giocare a fare la blogger, facendolo di professione, con tanto di invito alle fashion week, e da Tyra a scegliere la prossima top d'America, e con un libro, che è poi una raccolta dei miei post "spumeggianti", che acceca dalle vetrine delle librerie. Scherzi a parte, alle volte mi sembra che i sogni ce li abbiano rubati, con il sospetto che i nostri siano viaggi monodirezionali, scalate in solitaria in terreni già tracciati ma, chissà per quale infausto inganno karmico, resi 10mila volte più impervi ed impossibili... Non so se, almeno da picistricia, avessi formulato pensieri rivolti a tutto questo, se avessi già la più pallida idea che, a scommettere su me stessa e sui miei sogni, sarei stata visionaria a dir poco; tuttavia, va a zonzo nella mia testolina cervellotica l'idea che, se ti scegli una professione, sei ciò che hai deciso di essere.
Poi si deve studiare e sudare, ma si arriva lì; senza se, e senza ma; senza la necessità prioritaria di essere legittimati o stroncati da qualcuno.Sei chi hai scelto di diventare.Dovrebbe essere così almeno...
...ed è all'interno di questi trip mentali pazzeschi, mentre vago per i meandri di una mente buona per il manicomio, che prendo coscienza del livello pazzesco di romanticismo astratto, di cui sono inzuppati i miei neuroni; perché non faccio menzione al grado di inflazione che possiede un desiderio, ne mi curo della realtà e della freddezza cinica di un quotidiano che, giocoforza, arriva ad impallinare tutti i tuoi vorrei, tra bollette e conti da saldare, tra doveri e piaceri ridotti all'osso, o al sempre e per sempre realisticissimo. Però io, stamane, osservavo i blogger professionisti su instagram, e mi chiedevo come avessero fatto loro a raggiungere quel traguardo, mi sono domandata se l'insalata bionda, prima di stare in quella ciotola d'oro zecchino, non fosse stata servita in un piatto fondo comprato all'ikea, e mi è venuta un po' di invidia, l'ho già detto. ...poi ho visto che erano le 7,45 ed io ero già sveglia da un pezzo, senza duckface, e con l'iPhone ancora in carica, ed ho accettato la dura realtà!
Chiara, non sarò mai come te!