Il 21 dicembre, secondo l'antico calendario Maya, comincerà un nuovo 'baktun', un periodo di 394 anni. "Tutto qui" ha sottolineato Dan Vergano sul quotidiano, nonostante gli sforzi di scrittori e registi di far credere che i Maya predissero la fine del mondo.
Tutto nasce da un'interpretazione errata di un'iscrizione trovata in un sito archeologico Maya – ora polverizzato - in Messico, che ha trovato fama mondiale soprattutto con il film catastrofico “2012”, nel 2009. Ma le teorie su come il mondo finirà sono spaziate, nel corso degli anni, da quella causata da un pianeta chiamato Nibiru, che colpirà la Terra, a un esperimento di scienziati europei che darà origine a un buco nero che inghiottirà il nostro pianeta, racconta Vergano.SOTTO UNA INTERPRETAZIONE DI TOGNAZZI
“Le persone hanno la tendenza a preoccuparsi delle cose sbagliate” ha dichiarato Max Tegmark, fisico del Massachusetts Institute of Technology (Mit), che studia la possibile fine dell'universo, ma solo tra decine di miliardi di anni. Piuttosto che delle antiche profezie, Tegmark si preoccupa dell'intelligenza artificiale, di cui l'uomo potrebbe perdere il controllo nei prossimi decenni.
Secondo l'iscrizione, di cui oggi esiste una copia in un museo messicano, apparirà una divinità Maya, Bolon Yokte' K'uh, il 13.0.0.0.0, il giorno della fine del tredicesimo ciclo del "calendario di lungo computo” dei Maya, fatto di 144.000 giorni, che corrisponde al 21 dicembre (o al 23, secondo un'analisi presentata quest'anno all'Università della Pennsylvania). Il libro del 2006 'The Return of Quetzalcoatl' di Daniel Pinchebeck – un successo editoriale – per primo riportò in voga l'idea del 21 dicembre come data simbolo di un grande cambiamento per i Maya, dando vita a una serie di catastrofiche previsioni.