Nel programma di seconda c'è anche il Risorgimento e l'Unità d'Italia. Imperdibile quindi la mostra "Fare gli italiani", ovvero una panoramica di quei fenomeni, suddivisi in 13 nuclei tematici, che hanno forgiato e modellato l'italianità... degli italiani.I ragazzi, ma anche noi insegnanti, siamo rimasti totalmente e piacevolmente colpiti dall'interattività della mostra: i busti di Mazzini, (foto 1) Garibaldi, Gioberti, Vittorio Emanuele II, illuminati da un cono di luce, trovavano voce per raccontare la conquista dell'Unità; gli avvenimenti politici e sociali che hanno segnato la storia del nostro paese si animavano su pannelli trasparenti (foto 2). E poi le diverse tematiche, con brevi spiegazioni riassunte in poche parole, ma con ampio spazio alla manualità. Ho interpretato il messaggio come un invito a non fermarsi di fronte alla pagina di un libro; per conoscere la storia bisogna saper guardare oltre, cercare, frugare, muoversi, prendere iniziativa, approfondire. Siamo passati attraverso la scuola, con la lavagna multimediale sulla quale una foto di classe viene sostituita da un'altra, imitando il movimento del cancellino sulla superificie liscia (foto 3). Poi la Chiesa, con le lunghe processioni che sembravano volare nel cielo del capannone, sagome scure il cui cammino è rischiarato dalla luce della fede (foto 4). La politica, rappresentata dai manifesti elettorali, vere e proprie opere d'arte (foto 5). Il boom economico e il made in Italy: dalla caffettiera alla Vespa, dalla Fiat alla Candy (foto 6). Particolarmente suggestive l'area dedicata alla mafia: qui, dopo aver scelto un faldone cartaceo relativo a una vittima della mafia e disponendolo su un apposito tavolino, questa appariva, attraverso un gioco di proiezioni, su di uno schermo a raccontare la sua storia con immagini, filmati e tracce audio.Insomma, io il mio 17 marzo l'ho avuto oggi.(Le foto sono state scattate con l'iPhone e pacioccate con Instagram: studiare le angolazioni giuste con una reflex e controllare che 20 preadolescenti non distruggano allestimenti costosissimi non sono due cose compatibili).
Nel programma di seconda c'è anche il Risorgimento e l'Unità d'Italia. Imperdibile quindi la mostra "Fare gli italiani", ovvero una panoramica di quei fenomeni, suddivisi in 13 nuclei tematici, che hanno forgiato e modellato l'italianità... degli italiani.I ragazzi, ma anche noi insegnanti, siamo rimasti totalmente e piacevolmente colpiti dall'interattività della mostra: i busti di Mazzini, (foto 1) Garibaldi, Gioberti, Vittorio Emanuele II, illuminati da un cono di luce, trovavano voce per raccontare la conquista dell'Unità; gli avvenimenti politici e sociali che hanno segnato la storia del nostro paese si animavano su pannelli trasparenti (foto 2). E poi le diverse tematiche, con brevi spiegazioni riassunte in poche parole, ma con ampio spazio alla manualità. Ho interpretato il messaggio come un invito a non fermarsi di fronte alla pagina di un libro; per conoscere la storia bisogna saper guardare oltre, cercare, frugare, muoversi, prendere iniziativa, approfondire. Siamo passati attraverso la scuola, con la lavagna multimediale sulla quale una foto di classe viene sostituita da un'altra, imitando il movimento del cancellino sulla superificie liscia (foto 3). Poi la Chiesa, con le lunghe processioni che sembravano volare nel cielo del capannone, sagome scure il cui cammino è rischiarato dalla luce della fede (foto 4). La politica, rappresentata dai manifesti elettorali, vere e proprie opere d'arte (foto 5). Il boom economico e il made in Italy: dalla caffettiera alla Vespa, dalla Fiat alla Candy (foto 6). Particolarmente suggestive l'area dedicata alla mafia: qui, dopo aver scelto un faldone cartaceo relativo a una vittima della mafia e disponendolo su un apposito tavolino, questa appariva, attraverso un gioco di proiezioni, su di uno schermo a raccontare la sua storia con immagini, filmati e tracce audio.Insomma, io il mio 17 marzo l'ho avuto oggi.(Le foto sono state scattate con l'iPhone e pacioccate con Instagram: studiare le angolazioni giuste con una reflex e controllare che 20 preadolescenti non distruggano allestimenti costosissimi non sono due cose compatibili).
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