Progetto MITO

Creato il 04 aprile 2013 da Dimitri_db @dimitri_db
Il 3 aprile c.a. è stato presentato al MIUR nei tempi fissati il progetto Multimedia Information for Territorial Objects (MITO).

Ben sette università ed ISPRA Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale hanno scelto la tecnologia geoSDI per proporre un progetto di ricerca al MIUR per la Long Term Digital Preservation.

L'obiettivo è quello di poter gestire i risultati della ricerca con un sistema digitale che non abbia più limiti di classificazione, ricerca e condivisioni dei dati e dell'informazione e che possa permettere a chiunque di gestire i giacimenti informativi e le banche dati anche da un punto di vista geospaziale.

Digital Libraries di nuova generazione che, grazie anche all'utilizzo di nuovi motori di gestione dei dati, metteranno le università delle regioni della convergenza in Pole Position nella gestione dei dati e dell'informazione per condividere conoscenza.

Il Team geoSDI è al fianco degli atenei per la realizzazione del progetto proposto.


Il progetto è la risposta al bando attivato dal ministero per il potenziamento delle infrastrutture nelle Regioni della Convergenza a sostegno della Ricerca nel Mezzogiorno. Bando rivolto ad Università, Istituti Universitari statali, Enti e Istituzioni Pubbliche Nazionali di Ricerca vigilati dalla Amministrazione Pubblica Centrale e altri organismi di ricerca. Con la finalità di rafforzare le infrastrutture di Centri di ricerca di elevata qualificazione attivi in ambiti e discipline di particolare rilevanza strategica per lo sviluppo delle aree della Convergenza.

Obiettivo principale del bando è individuare nuovi investimenti in grado di sostenere lo sviluppo del sistema della ricerca e dell’istruzione nel Mezzogiorno, attraverso il potenziamento delle strutture di servizio.

Il progetto MITO è stato presentato nell’ambito  delle scienze e tecnologie dei Beni Culturali per la realizzazione strutturale di un sistema di “long term digital preservation” dei prodotti/risultati della ricerca, attraverso l’utilizzo di soluzioni standard aperte (logica  dell’open government e open access), utilizzabili dal sistema della formazione a tutti i livelli in un quadro di cooperazione con altre istituzioni nazionali e in coerenza con le raccomandazioni di Horizon 2020.

Il progetto ha visto la partecipazione di:

  • ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
  • Politecnico di Bari
  • Università degli Studi di Napoli Federico II
  • Università degli Studi di Napoli Parthenope
  • Università degli Studi di Palermo
  • Università degli Studi di Salerno
  • Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
  • Seconda università degli studi di Napoli

Il distretto DATABENC ha messo a disposizione le proprie strutture per il coordinamento delle fasi progettuali.

GEOSDI, il gruppo di ricerca dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR IMAA) che studia, realizza e distribuisce sistemi software geospaziali web based, utilizzando un approccio open source, ha collaborato alla definizione delle linee di intervento.

Sintesi del progetto di potenziamento infrastrutturale

La condivisione del dato, dell’informazione e della conoscenza in ambiente federato, sussidiario e multidisciplinare è un grande obiettivo per il mondo della ricerca. La realizzazione di un sistema che garantisca la gestione dei dati e delle informazioni in maniera multidisciplinare e multimediale con tecniche di webSharing e di cooperazione è la sfida per il prossimo futuro.

La raccolta, la standardizzazione, l’omogenizzazione e la diffusione secondo formati e standard Open, di grandi quantità di dati multimediali, forniranno un quadro di conoscenza unico nel panorama nazionale e non solo, permettendo di avere corretti strumenti per l’analisi dello stato del territorio, e il supporto alla pianificazione dei miglioramenti necessari.

Questo è vero sia per lil presente che per il passato ed il futuro (Long Term Digital Preservation).

Negli scenari del future internet e della smart innovation la conoscenza esperta ottenuta dalla condivisione di studi e ricerche dei singoli settori scientifici disciplinari, potrà integrarsi con la conoscenza diffusa costruita col contributo di tutti i cittadini/utenti. Il mix fra conoscenza esperta e diffusa unita al mix di conoscenza consolidata e dinamica, costituirà una eccezionale fonte per la ricerca.

Il progetto mira a realizzare un sistema per produrre documentazione con sistemi di condivisione di testi, tabelle, presentazioni, immagini, video, modelli, livelli cartografici, mappe ed elementi geospaziali. Dall’istante in cui i materiali digitali sono abbozzati nel sistema ne sono gestite le evoluzioni senza vincoli di spazio e di tempo.

Tutto ciò per costruire un giacimento informativo in cui ogni soggetto può gestire la propria base informativa, ma nello stesso tempo può essere utente di informazioni degli altri soggetti coinvolti. Effettuando ricerche semplici ed intuitive di tipo non solo semantiche e testuali ma anche posizionali nello spazio e nel tempo. Il tutto in un ambiente condiviso tramite un’unica interfaccia (DashBoard) che l’utente personalizzabile.

Il sistema proposto pone le condizioni per una riorganizzazione dei contenuti web su base geografica. In cui la piattaforma cartografica diventa il luogo di rappresentazione della rete, dove localizzare le diverse informazioni e ordinarle secondo pertinenze spaziali.

Inoltre la logica Open si applica anche agli elementi per lo sviluppo di funzionalità (Framework) che per far sviluppare ai partner WidGet in modo da poterziare l’intera infrastruttura.

Il progetto prevede la realizzazione di una infrastruttura di rete federata MITO-net composta da nodi chiamati MITO-lab dotati di moduli architetturali capaci di gestire un flusso enorme di dati e richieste simultanee.

Presso ciascun MITO-Lab saranno allestite idonee postazioni di lavoro per supportare le attività di data-entry, lo sviluppo dei componenti applicativi, la produzione di materiale multimediale, l’elaborazione dei dati. MITO sarà una soluzione operativa ed immediatamente utilizzabile nonchè scalabile e realizzata seguendo la logica dell’Open & Free Software.

Il progetto mira a facilitare la partecipazione a bandi e la costruzione di ricerca condivisa a livello nazionale, comunitario ed internazionale sui temi legati agli Open Data, alle Smart Cities, ai Big Data, alle Digital Libraries e alla riqualificazione e rigenerazione del sistema urbano e del territorio.

L’intervento si integra con i nascenti Distretti per i Beni Culturali della Campania, Puglia e Sicilia. Per i quali sperimenterà la realizzazione di atlanti integrati di conoscenze del patrimonio archeologico, ambientale, storico-monumentale, architettonico e dell’offerta turistica capaci di sostenere la conoscenza generata e condivisa nei processi di tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale ed ambientale. L’obiettivo è quello di promuovere e diffondere il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico nelle regioni in cui opereranno i MITO-LAB.

Sintesi del progetto di formazione MITO-FORM

Nell’ambito del progetto per la creazione di una rete di laboratori di certificazione dei sistemi informativi di lettura del territorio, gli atlanti, occorre sviluppare nuove professionalità capaci di mostrare le competenze manageriali e scientifiche:

  • per la gestione di attività di notevole complessità basate sulla ricerca;
  • per la gestione del marketing delle attività di MITO in un’ottica di autosostenibilità;
  • per offrire servizi di MITO ad enti e strutture operanti nei territori oggetto degli inteventi.

Il ruolo dei MITO-LAB sarà di mettere a disposizione per il territorio di riferimento l’infrastruttura in grado di raccogliere le informazioni necessarie alla costruzione degli atlanti restituendole ai soggetti interessati e convenzionati integrerandosi nei progetti dei distretti sui beni culturali della Campania, Puglia e Sicilia. Integrare e recuperare informazioni provenienti da fonti diverse servirà alla costruzione di un serbatoio unico di informazioni, immagini, e dati territoriali di fondamentale importanza per promuovere e diffondere il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico nelle regioni in cui opereranno i MITO-LAB.

Il piano di formazione intende pertanto formare personale adatto per il management delle attività, per il loro marketing nazionale e internazionale, per lo sviluppo di nuove metodologie e per l’erogazione di servizi di consulenza.

Con un approccio interdisciplinare per fornire ai partecipanti un quadro complessivo della situazione culturale italiana attraverso una visione capace di affrontare le problematiche e sfruttare le potenzialità del settore dei Beni Culturali e Ambientali.

L’obiettivo è quello di formare un esperto in management dei processi culturali, su scala nazionale e internazionale, con particolari competenze nella gestione di progetti complessi e innovativi, che utilizzino anche forme di musealità virtuale.

La figura che ne risulta, potrà inserirsi in istituzioni e organizzazioni operanti nel sistema cultura, ad esempio nelle aziende museali, nelle aziende di organizzazione e gestione di eventi culturali, nelle società editoriali, nelle professioni direttamente e indirettamente connesse con le produzioni culturali, nelle Amministrazioni Pubbliche di vario livello territoriale, ecc. Si tratta di un profilo manageriale in grado di accedere a posizioni di elevato livello, dotato di competenze per individuare e gestire risorse materiali e immateriali, attivare accordi di partnership e gestire progetti anche di portata internazionale.

Alcuni moduli del progetto sono dedicati all’uso delle applicazioni sviluppate in MITO e alla conoscenza delle funzionalità dei laboratori e della loro interconnessione in rete.

Per favorire una più intensa partecipazione alle attività formative ed una ampia collaborazione tra i destinatari dell’intervento, verranno largamente utilizzate le tecnologie e le metodologie dell’e-learning. In particolare il 60% delle ore saranno tenuti in FAD mentre il restante 40% in aula con modalità frontale.

La formazione in e-learning consentirà di estendere la formazione al personale universitario e alla classe dei professionisti per attuare il management della ricerca e la sua internazionalizzazione.

In particolare, per quanto riguarda i professionisti, questi fanno riferimento ai settori del patrimonio culturale, ambientale e territoriale. L’interesse formativo è certamente legato alla innovazione che si realizza attraverso la piattaforma, e la formazione darà corso alla certificazione di crediti ormai necessari per il mantenimento dell’iscrizione agli ordini professionali.


La sinergia con DATABENC

Al distretto interessa la produzione degli ATLANTI. Essi sono il risultato di una lettura complessa ed integrata del territorio finalizzata ad un suo completo controllo e gestione. In un atlante agli elementi cartografici dei GIS, si associano diversi livelli informativi, da quello aerofotogrammetrico a quello catastale, da quello della toponomastica, della destinazione d’uso, a quello della struttura muraria, da quello ambientale a quello storico, per finire con la caratterizzazione dell’offerta eno-gastronomica e turistica.

In un atlante “virtuale” ad elevata definizione e flessibilità serve determinare l’unità minima di rilevamento e descrizione del territorio rappresentato con il cosiddetto “point of interest” (poi), e una serie di informazioni alfanumeriche e grafiche ad esso connesse per costruire il quadro delle conoscenze preliminari necessarie ai fini dei possibili diversi utilizzi che di quelle informazioni si intende fare. Il poi deve  dare  conto in particolare dei dati relativi ai  caratteri fisici e tipomorfologici, relativamente alla scala del  singolo poi sia degli  spazi aperti ad esso connessi che a quella di sue  aggregazioni in parti più complesse.

In una nuova visione architetturale basata sul Cloud Computing un tale atlante deve offrire a soggetti gestore quali Comune, Sopraintendenza, Azienda Turistica, un sistema informativo versatile in grado di configurarsi come terminale attivo di informazioni provenienti dai diversi enti possessori e certificatori delle informazioni secondo un modello di circolarità. In tale ottica l’atlante deve detenere il ruolo di aggregatore e di data hub di tutte le informazioni relativamente agli oggetti territoriali affidando ai proprietari delle stesse il compito di alimentazione e certificazione.

Nel caso di beni culturali, ed in particolare centri storici o aree archeologiche per fare alcuni esempi, è possibile raggruppare le informazioni sulla base della omogeneità dei contenuti informativi ad esse connessi e quindi di caratteristiche TIPOMORFOLOGICHE, FUNZIONALI, ECO-AMBIENTALI, FISICO-ABITATIVE, SOCIO-ECONOMICHE

Inoltre a seconda del contesto al quale si fa riferimento (archeologico, centro storico, museo, biblioteca etc.) è necessario individuare i dati di base disponibili, quindi acquisirli e verificarli. Successivamente si deve arricchire l’atlante con le ulteriori informazioni importanti per il territorio rappresentato. Secondo metodologie nuove di raccolta, archiviazione e restituzione dei dati in termini di fruizione che devono essere in grado di offrire:

  • la massima completezza dei campi informativi da coprire;
  • la capacità di sintesi dinamiche, finalizzate a precisi obiettivi conoscitivi e di fruizione;
  • le interfacce con una utenza molto differenziata.

Per svolgere la catalogazione delle informazioni si opererà seguendo da una parte l’indicazione dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) che è l’organo tecnico-­‐scientifico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali cui sono attribuite funzioni di indirizzo e coordinamento di tale attività a livello centrale, nonché compiti di ordinamento e gestione del catalogo nazionale. Dall’altra saranno introdotti protocolli di migrazione verso il modello degli Open Data e dei Linked Open Data (LOD). Materiale fotografico di grande interesse, cartografia tematica, sono solo alcuni esempi delle tante raccolte si vuole tentare di recuperare mettendole a sistema in una architettura basata su LOD, sviluppando processi automatici e semiautomatici capace di effettuare il porting in MITO. Integrare libri, film, immagini e registrazioni audio digitali oggi custoditi in biblioteche, musei e archivi è uno dei temi di interesse. Anche aderendo ai grandi progetti europei sulla digitalizzazione come EUROPEANA e Google.

Integrare e recuperare informazioni provenienti da fonti disparate per fornire agli utenti una vista unificata e semplificata del patrimonio informativo relativo agli ambiti di competenza dei beni culturali (dati territoriali, amministrativi, scientifici, documentali, ecc.) servirà alla costruzione di un serbatoio unico di informazioni, immagini, e dati territoriali di fondamentale importanza per successive iniziative che abbiano l’obiettivo di promuovere e diffondere il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico nelle regioni in cui opereranno i MITO-LAB.

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