( Progetto trasloco # 11 ) [Recensione ] Kizu no Kuma di Francesca Angelinelli

Creato il 02 settembre 2014 da Chiaradm


TITOLO: Kizu no Kuma - La cicatrice dell'orso
AUTORE: Francesca Angelinelli
CASA EDITRICE: Casini Editore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2010
PAGINE : mancano i numeri di pagina
GENERE: Fantasy orientale
TRAMA  "Gaiko, giovane guerriero dell'impero Si-hai-pai, ha un futuro brillante davanti a sè. Ma l'assassinio della sorella Karui sconvolge la sua esistenza. Spinto dal desiderio di vendetta, Gaiko compie una strage. Non sa di essere stato una pedina in un gioco di potere più grande di lui. Il suo mondo è in frantumi e, costretto alla fuga, rischia di perdere se stesso, oltre a tutto ciò che deve abbandonare Hoh-ma, Capitale dell'Impero. Ma in un tempio, abitato dal misterioso monaco Yurei, Gaiko inizia la riabilitazione fisica e spirituale. Qui incontra anche una donna, Mai-mai, che lo constringerà a confrontarsi con le sue colpe e il suo passato."
RECENSIONE  Gaiko è un giovane guerriero dell'Impero. Non è bello, ma la sua vita è felice. Anzi, come troviamo scritto nella prima pagina, "la vita non poteva essere più dolce". Peccato che questa perfezione venga improvvisamente infranta dall'assassinio di Karui, l'amata sorella di Gaiko. Quando il giovane scopre che la sorella è stata assassinata per ordine di una dama, gelosa delle attenzioni che il marito riservava alla giovane, Gaiko perde le staffe e si lascia guidare dalla rabbia. Di notte, si intrufola nella casa di Testu Yutaku, suo rivale in armi e da questo momento anche suo acerrimo nemico, e compie una strage, con l'intento di ferire l'uomo che con le sue avances ha messo in pericolo Karui, portandola alla morte.
Dopo essersi macchiato del sangue di donne e bambini, Gaiko va in cerca della Cucitrice, l'assassina della sorella, sulla quale si vendica.
Braccato dagli uomini di Testu, Gaiko è costretto a scappare dalla Capitale, consapevole di non potervi più fare ritorno. Ferito dagli uomini che lo inseguono e ormai stremato, precipita in un fiume e viene trascinato dalla corrente.
Al suo risveglio è costretto a scappare ancora, inseguito dagli uomini che lo vogliono morto, e mentre fugge precipita in una trappola per orsi.
Viene salvato da una giovane e portato da Hitomi, che si prenderà cura di lui. Ristabilitosi dalle ferite fisiche subite, Gaiko lascera Hitomi per recarsi nel santuario del monaco Yurei, dove incontrerà Mai-mai. Tra estenuanti allenamenti e tentativi di recuperare la pace interiore, le stagioni passano, ma il passato tormenta ancora Gaiko. Tra incomprensioni e demoni da affrontare, l'uomo si ritroverà a fronteggiare ancora una volta Testu Yutaku, che gli porterà via ancora una volta la donna che ha imparato ad amare.
Una nuova strada si apre alla fine per Gaiko, una strada che lo porterà a lasciare il santuario e a mettersi sulle tracce della figlia della donna amata e ormai perduta.La prima cosa che colpisce di questo libro è sicuramente la copertina: colorata e dettagliata, attira subito l'attenzione e invoglia il potenziale lettore a scoprire di più su questo libro. Credo che più che la trama, è stata proprio la copertina a convincermi a comprare questo libro dal titolo così strano.
Peccato che il contenuto non sia altrettanto alettante, sebbene si possa trovare di (molto) peggio.
Ora, prendete un dvd che vi ha incuriosito per l'immagine stampata sulla custodia, inseritelo nel lettore, avviatelo e poi mandatelo avanti come se doveste arrivare alla fine nel breve tempo possibile: avrete così un'idea di questo libro. Prima che possiate rendervene conto, avrete già finito la vostra lettura.
E' un libro con tanti peccato, perché la storia non sarebbe male, anzi, ci sono alcune idee che se fossero state sviluppate, avrebbero potuto dare a questo libro una certa notorietà. Il problema è che tutto è troppo veloce: nel giro di due pagine muoiono una decina di persone - ah, a proposito delle pagine iniziali, l'autrice ci dice che "l'estate era appena alle porte", peccato che poi ci ritroviamo in pieno inverno alla distanza di due giorni -, i mesi passano come secondi, tre anni vengono descritti in circa 200 pagine, un demone viene sconfitto nel giro di poche righe... è da davvero un peccato, perché, come è dimostrato nell'appendice, la colpa di tutto ciò non sta nell'incapacità di scrivere dell'autrice, ma piuttosto, io credo, nella sua fretta di arrivare alla fine anche se, non avendo letto altri suoi libri, non posso dirlo con sicurezza. Per tutta la durata della lettura, ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte non un libro, fatto, finito, revisionato e stampato, ma una semplice bozza, ancora da riguardare, da curare, da ampliare e sistemare. Anche la punteggiatura, a dirla tutta, avrebbe bisogno di una sistematina, l'autrice conosce soltanto punto e virgola, mentre qualche volta un bel punto&virgola ci sarebbe stato davvero molto meglio.
I personaggi restanto soltanto dei nomi, proprio percHé non vengono spiegati, vengono solo raccontati, il lettore non ha la possibilità di scoprirli, di affezionarsi, perché tutto scorre troppo velocemente.
Se l'autrice avesse avuto un po' di più calma, avesse aggiunto magari qualche scena e prestato un po' più di attenzione alla caratterizzazione psicologica dei personaggi, avesse dato loro uno spessore, questo libro non sarebbe risultato così leggero.Alla fine, troviamo anche un'appendice, che, sebbene interessante, puzza tanto di espediente per allungare la tiritera e "cavar fuori" qualcosa per fare volume. L'Angelinelli ci spiega chi sono le Cucitrici, le donne che, impugnando dei pugnali dall'elsa di giada, sono assassine votate a vendicare i torti subiti da altre donne; ci spiega come sono nate e come si instaura il legame tra pugnale e Cucitrice, aiutando il lettore a capire alcuni elemeni del romanzo-racconto che ha appena terminato di leggere.  Quella delle Cucitrici è un'idea carina, che a parer mio avrebbe dovuto essere sviluppata direttamente nella storia, non in un'appendice a parte, scritta tra l'altro in una scrittura non proprio facile da decifrare.
L'Angelinelli passa poi a parlarci degli "assassini a pagamento al servizio dell'Impero" - di cu però non si trova traccia nel libro -, illustrandoci anche l'organizzazione dell'Impero. Ora io dico: non era possibile inserire queste informazioni, meglio se facendole capire o intuire al lettore, nella storia, senza costringerlo a leggersi anche questa sorta di appendice? Troviamo poi una rassegna delle armi, che l'autrice ci dice venire utilizzate da personaggi che - ancora - non compaiono nel libro.
Insomma, si potrebbe quasi dire che il contenuto non sia all'altezza del libro. Ed è, ripeto, un vero peccato, perché le premesse c'erano, ma sono state sopravvalutate.
L'Angelinelli dovrebbe imparare a mostrare le sue storie, non semplicemente a raccontarle.

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