Questa storia del project management team (PMT per gli amici), è nata grazie al partenariato avviato alla fine del 2014 con il programma ASDSP (Agricultural Support Development Programme) del ministero dell’agricoltura keniota che, in ognuna delle 47 Contee del Paese, ha identificato 3 filiere agricole prioritarie per il loro potenziale impatto sullo sviluppo economico delle fasce più vulnerabili della popolazione. A Kilifi, la manioca, insieme al pollo ruspante (il termine tecnico più appropriato sarebbe brado, anche se per noi europei suona quasi inconcepibile associato al pollo!) e al peperoncino da esportazione è stata identificata come filiera prioritaria.
In principio sembrava più una complicazione burocratica in cui i rappresentanti dei vari ministeri interessati allo sviluppo della manioca (agricoltura ovviamente, ma anche cooperative per le attività di commercializzazione intraprese in comune dai gruppi di piccoli produttori e salute per gli aspetti legati alla sicurezza dei prodotti a base di manioca) dicevano la loro su ogni aspetto dell’implementazione delle attività, dalla metodologia adottata ai dettagli budgetari.
Poi, dopo 5 mesi di lavoro insieme, la fiducia nelle capacità e trasparenza di CAST è cresciuta tra attori istituzionali e io comincio, finalmente, a vivere positivamente questi incontri e a stimolare discussioni sui temi critici per la sostenibilità del progetto. Siamo così arrivati ad avere un punto di incontro sul come affrontare il consumo di manioca cruda (molto diffuso tra la popolazione di Kilifi e sconsigliato dal ministero della salute per i rischi legati all’intossicazione da cianoglicosidi) e la diffusione di varietà migliorate dal KALRO, da alcuni considerate meno sicure e per questo contrastate, nonostante gli indubbi benefici per i produttori legati alla minor sensibilità al virus del mosaico e alla conseguente maggior produttività.
Gli incontri del PMT ci stanno permettendo di avere la partecipazione crescente del ministero della salute nelle attività di progetto legate alla diffusione del consumo di farina di manioca, priva delle proprietà tossiche della radice cruda. Nel corso del 2015 entreranno infatti nella rete di mobilizzazione comunitaria anche i Community Health Workers, volontari formati e gestiti dal dipartimento di sanità pubblica, attivi a livello di villaggio con attività di formazione e orientamento su nutrizione, salute materno-infantile e HIV-AIDS. Col loro aiuto faremo entrare in ancora più famiglie le buone pratiche di integrazione della farina di manioca in una dieta bilanciata, basata su prodotti locali.
Filippo De Monte
capoprogetto del Mihogo-Kenya
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