La travagliata vicenda della ProLoco montegranarese ed i suoi recenti sviluppi, ultimo l’articolo odierno sul Carlino che riporta nuove dichiarazioni del Presidente pro-tempore o portavoce che dir si voglia, mi lascia sempre più perplesso. Montegranaro è priva di una ProLoco ormai da mesi e leggo il signor Capretta che dichiara la necessità di qualche ulteriore mese per arrivare all’Assemblea. Perché questo temporeggiare? Le prime dichiarazioni di Capretta risalgono al dicembre scorso. Sono quindi trascorsi due mesi da allora e, a quanto pare, ne serviranno altri. Per fare cosa? Che si fa nel frattempo? E il presidente dimissionario? Non dovrebbe svolgere le funzioni ordinarie in questo frangente? Il “portavoce” esattamente di chi porta la voce? Soprattutto quando si partirà col nuovo tesseramento? Perché la questione fondamentale è il tesseramento. Possono prendere tutto il tempo che vogliono ma se non aprono le nuove iscrizioni si arriverà all’Assemblea, che essa sia tra due giorni o tra sei mesi, nelle condizioni in cui si stava un anno fa.
Apprezzo le parole dell’Assessore Di Battista quando afferma che nella nuova ProLoco vi sarà spazio per tutte le realtà associative culturali montegranaresi. Ma se non si dà modo a queste realtà di aderire tramite il tesseramento esse non potranno esprimere null’altro che pareri all’interno della ProLoco, mentre sarebbe auspicabile dare la possibilità di un coinvolgimento diretto anche nel direttivo, quantomeno partecipandone all’elezione.
Credo quindi opportuno, se davvero si vuole procrastinare l’assemblea ancora a lungo, che almeno si parta con la raccolta delle nuove adesioni. Perché la nuova ProLoco deve essere espressione della città intera e non soltanto di una parte o l’altra.
Luca Craia
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