Promemomoria delle bugie sulla guerra di Libia

Creato il 21 aprile 2011 da Coriintempesta

Si dice che la verità è la prima vittima della guerra. Le operazioni militari libiche e la Risoluzione 1973, che funziona come loro base giuridica, non sono un’eccezione alla regola. Queste sono presentate al pubblico come una misura necessaria per proteggere la popolazione civile contro la repressione indiscriminata per mano del colonnello Gheddafi. In realtà sono classici obiettivi imperiali. Vediamo alcuni elementi di chiarificazione.

Hillary Clinton, Nicolas Sarkozy e Alain Juppé

Crimini contro l’Umanità

Per dipingere un quadro nero della situazione, la stampa atlantista ha fatto credere che le centinaia di migliaia di persone che erano in fuga dalla Libia fuggissero da una strage. Le agenzie di stampa hanno riferito di migliaia di morti e hanno parlato di “crimini contro l’umanità “. La Risoluzione 1970, rivolta al Procuratore della Corte penale internazionale, indicava” attacchi diffusi e sistematici contro la popolazione civile”.

In realtà, il conflitto libico può essere letto sia in termini politici che da una prospettiva tribale. I lavoratori immigrati sono stati i primi a cadere vittima,essendo stati brutalmente costretti a lasciare il paese. Gli scontri tra i sostenitori di Gheddafi e l’insurrezione sono stati certamente sanguinosi, ma non nelle proporzioni che ci vogliono far credere. Non c’è mai stata una repressione sistematica contro la popolazione civile.

Il sostegno alla “Primavera araba”

Durante il suo discorso davanti al Consiglio di Sicurezza, il ministro degli Esteri francese Alain Juppé ha cantato le lodi della “primavera araba” in generale e dell’insurrezione libica in particolare.

Il suo discorso lirico ammantava oscure intenzioni. Juppé infatti non disse una sola parola su le repressioni sanguinose in Yemen e Bahrain, tuttavia egli ha reso omaggio al re Mohammed VI del Marocco come se fosse uno degli agenti del cambiamento rivoluzionario [ 1 ], contribuendo così a peggiorare la già disastrosa immagine della Francia nel mondo arabo, grazie al Presidente Sarkozy.

Sostegno da parte dell’Unione Africana e della Lega araba

Fin dall’inizio di questi eventi, la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno continuato a negare il fatto che questa era una guerra sponsorizzata dall’Occidente, sebbene il ministro degli Interni francese Claude Guéant ha fatto riferimento ad una “crociata” di Nicolas Sarkozy [ 2 ].

I tre paesi in questione hanno messo in gioco il presunto sostegno da parte dell’Unione Africana e della Lega Araba. In realtà, tuttavia, l’Unione Africana ha condannato la repressione e ha riconosciuto la legittimità delle rivendicazioni democratiche, ma invariabilmente si è pronunciata contro un intervento armato straniero [ 3 ].

Per quanto riguarda la Lega Araba, si deve rilevare che i suoi membri sono principalmente regimi minacciati  da simili rivoluzioni. Mentre tali regimi hanno abbracciato il principio di una contro-rivoluzione occidentale – alcuni di loro anche attivamente in Bahrain,essi  non possono appoggiare apertamente una guerra occidentale senza  il rischio di veder aumentare i conflitti interni nelle proprie nazioni.

Il riconoscimento del Consiglio nazionale di transizione libico

Ci sono tre regioni ribelli in Libia. A Bengasi è stato costituito un Consiglio nazionale di transizione che poi si è fuso con un governo provvisorio istituito dal ministro della Giustizia di Gheddafi, che adesso da il proprio sostegno ai ribelli [ 4 ]. Secondo le autorità bulgare, questo è lo stesso personaggio che ha organizzato  la tortura delle infermiere bulgare e del medico palestinese che erano detenuti per un lungo periodo di tempo dal regime libico.

Riconoscendo il Consiglio nazionale di transizione libico e sollevando il suo nuovo presidente, la coalizione occidentale ha scelto i propri interlocutori e li ha imposti  ai ribelli come i loro leader. Ciò ha permesso alla coalizione d’ estirpare i rivoluzionari nasseriani, khomeinisti e comunisti.

L’obiettivo della coalizione è stato quello di essere a capo di ogni iniziativa ed evitare quello che era successo in Tunisia ed Egitto, quando hanno imposto un governo legato al responsabile del Partito senza Ben Ali o di un governo Suleiman senza Mubarak, entrambi i quali sono stati alla fine spodestati dai rivoluzionari.

Embargo sulle armi

Se l’obiettivo era quello di proteggere la popolazione, l’embargo avrebbe dovuto colpire i mercenari e le armi incanalate verso il regime di Gheddafi. Invece, l’embargo è stato esteso ai ribelli per prevenire ogni possibile vittoria. Questo,quindi,significa fermare la rivoluzione.

No flight zone

Se l’obiettivo era quello di proteggere la popolazione civile, la no-fly zone sarebbe stata limitata al territorio ribelle (come è stato fatto in Iraq con il Kurdistan). Invece la restrizione riguarda l’intero territorio nazionale. In questo modo la coalizione spera di mantenere l’equilibrio di potere tra le forze sul terreno e dividere il paese in 4 aree: le 3 aree controllate dai ribelli e l’area dei fedeli a Gheddafi. Questa divisione de facto del territorio libico va di pari passo con quella in Sudan e in Costa d’Avorio, che segnano le prime tappe del “rimodellamento d’Africa”.

Congelamento dei beni

Se l’obiettivo era quello di proteggere la popolazione civile, sarebbe stato congelato solo il patrimonio personale della famiglia Gheddafi e dei dignitari del regime  per impedire loro di violare l’embargo sulle armi, mentre in realtà il blocco è stato eseguito nei confronti del patrimonio dello Stato libico. La Libia – un ricco paese produttore di petrolio – possiede beni di notevoli dimensioni, parte dei quali sono investiti nella Banca del Sud, un ente dedicato al finanziamento di progetti nel Terzo Mondo.

Come sottolineato dal presidente venezuelano Hugo Chavez, il congelamento dei beni non protegge i civili. Il vero obiettivo è quello di ristabilire il monopolio della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale.

Coalizione dei volenterosi

Se l’obiettivo era quello di proteggere la popolazione civile, l’organizzazione incaricata di applicare la risoluzione 1973 avrebbe dovuto essere l’ONU. Invece, le operazioni militari sono state coordinate dalla US AfriCom  e attualmente dalla NATO [ 5 ] Proprio per questo il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu era furibondo riguardo all’iniziativa francese e ha chiesto una spiegazione da parte della NATO.

Meno diplomatico, il primo ministro russo Vladimir Putin ha definito la risoluzione 1973 come ” imperfetta e inadeguata. Se uno la legge, allora diventa subito chiaro che essa autorizza chiunque ad adottare azioni contro uno stato sovrano. Tutto sommato, mi ricorda  una chiamata medievale alla crociata “, ha concluso. [ 6 ]

di: Thierry Meyssan

LINK e NOTE: Lies about the war on Libya

TRADUZIONE: Cori In Tempesta


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