Antibes è forse il luogo più bello che abbia visitato e il suo uno dei mari più blu. Inizialmente era questa la meta della vacanza, quando l'idea, ai suoi albori, era quella di passare molto temo in spiaggia, ma poi, gettando l'occhio alla cartina, non ho potuto ignorare tutti i richiami artistici e storici delle zone vicine. Antibes è un borgo pieno di locali, ristoranti, bar, gelaterie, una splendida libreria inglese, botteghe artigiane e affacciata con le sue fortificazioni su una distesa d'acqua che fa venir voglia di rimanere lì per sempre.
Di Arles vi ho già parlato ampiamente, descrivendo i luoghi di Van Gogh, gli edifici storici di epoca romana e la cattedrale, per cui l'unico scatto che sarebbe rimasto indietro, ma che testimonia l'inizio luminoso della giornata passata in questa cittadina (dove ho gustato la crépe più prelibata della mia vita): la via che conduce a Place de la République era coperta da questa variopinta esposizione di ombrelli, che forniva, peraltro, un piacevole ristoro dal sole a picco.
Queste due sono o non sono foto tipicamente francesi? Entrambe sono state scattate ad Aix-en-Provence, la prima nel quartiere italiano (ma non è raro imbattersi, in tutta la Provenza, in finestre altrettanto pittoresche), la seconda nel cuore del mercato ortolano, che si tiene tutte le mattine ad un passo da Place de l'Hotel de Ville (dove, se fossi rimasta il sabato, avrei potuto ammirare anche il mercato di fiori). Passeggiare in mezzo alle bancarelle, leggendo i nomi dei prodotti tipici e ascoltando il suono delle conversazioni fra i clienti e i commercianti dava la sensazione di un salto indietro nel tempo, in un passato senza ipermercati e registratori di cassa spersonalizzanti.
Qui siamo a Cassis, delizioso paesino affacciato su un golfo non lontano da Marsiglia: il porticciolo, il suo faro, la piccola spiaggia e i colori delle case ne fanno un luogo di piacevole rilassamento, oltre che una meta coloristica; merita, se si dispone di qualche giorno in più, anche per un'escursione nelle calette più nascoste dette Calanques.
Sui tetti di Avignone. Entrambe le foto sono state scattate dai camminamenti e dalle torri del Palazzo dei Papi, sotto un cielo appena sgravatosi dalla pioggia, nella giornata di escursione in assoluto più impegnativa. Anche se il castello in sé non mi ha stupita quanto avrei creduto, la vista che si gode dall'alto è strepitosa, così come quella che appare da ponte Saint-Bénezet e dalle panoramiche della Promenade des Papes.
Nizza e la sua luce chiarissima mi hanno stupita non poco e già mi vien voglia di tornarci, ancor più perché sto ultimando Tenera è la notte di Fitzgerald. Della città mi hanno colpito non tanto la Promenades des Anglais con le sue spiagge, i casinò e le schiere di alberghi, ma la città vecchia (Vieux Nice), con i suoi colori e le sue viette affollate di turisti e negozietti, la grandissima Piazza Garibaldi, il quartiere del Cimiez, che, pur percorso in auto, mi ha affascinata con le abitazioni della Belle Époque, e, infine, il Parco della collina del castello, da cui si gode di una vista completa sulla città e in cui ci si rinfresca ai piedi della grande cascata.
Colgo l'occasione per rievocare gli altri post dedicati a questo magico viaggio: #1sulle orme degli artisti; #2 letteratour; #3 anche l'anima vuole la sua parte; e per dichiarare ufficialmente che tutte le foto sono scatti da me realizzati, autentici e nostalgici quanto le esperienze che ho vissuto nella splendida Provenza.
À bientôt.
C.M.Articolo originale di Athenae Noctua. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore e senza citare la fonte.