In Catalogna alla fine del Quattrocento il giovanissimo Joan Serra assiste all’attacco al suo villaggio di pescatori da parte di un gruppo di pirati, che lui crede saraceni ma scoprirà che non sono tali, che rapiscono sua madre e le sue sorelle e uccidono suo padre: in punto di morte, gli promette che vivrà da uomo libero. Rifugiatosi a Barcellona con il fratello, altro superstite dell’attacco, Joan entra in contatto prima con i frati del convento di Barcellona, scoprendone virtù ma anche vizi e tormenti, poi con il mondo degli stampatori di libri, diventando apprendista e subendo la voglia di rinnovamento che l’invenzione della stampa ha portato con tutti i suoi pericoli, e rimane affascinato dalla bella Anna, figlia di un orafo ebreo, mentre gli anni passano e si fa uomo. Ma la Sacra Inquisizione metterà le sue mani sulla capitale catalana, sconvolgendo la sua vita e il suo lavoro, e per trovare la felicità e la sua strada il nostro eroe dovrà affrontare ancora altre avventure, che saranno argomento senz’altro dei prossimi libri.
Una storia appassionante e viva, che porta in un’epoca emblematica della storia spagnola, in cui il Paese trovò un’unione tormentata e oppressiva contro le minoranze ebraiche e musulmane, il cui esilio segnò un declino destinato a durare secoli, un’epoca dominata e repressa dall’Inquisizione, ma dove comunque arte e cultura potevano fiorire, e dove i libri a stampa aprivano nuove possibilità di sapere ed informarsi, anche verso testi considerati eretici.
Debitore a Ildefonso Falcones ma anche a Ken Follett e comunque capace di essere originale, interessante e divertente, Jorge Molist racconta la vita delle persone comuni, non principi e militari, ma gente che cercava di vivere le sue vite tra tradizioni e aneliti di modernità, al crocevia tra due mondi, uno che finiva, il Medio Evo, ma che avrebbe lasciato strascichi, l’altro che doveva iniziare, l’Evo moderno, in cui si gettavano le basi, stampa compresa, di una società che con i dovuti cambiamenti è arrivata fino ad oggi. Joan, eroe suo malgrado in cerca di libertà e amore, come un nuovo Don Chisciotte senza cavallo e scudiero, è un personaggio a tutto tondo, capace di catturare l’attenzione e di portare il lettore nelle ramblas di Barcellona, tra botteghe e conventi, tra vizi e virtù, crudeltà e passioni: da vedere come la sua storia si svilupperà prossimamente e c’è da sperare che Molist non ci faccia aspettare troppo per leggere il seguito di una vicenda che è partita bene e che nel primo romanzo non ha momenti di stanca.
Decisamente più riuscito e appassionante dell’altro libro uscito in italiano dell’autore, L’anello del tempio, un thriller esoterico alla Dan Brown divertente ma non esaltante, Promettimi che sarai libero è un titolo da non perdere per chi ama il romanzo storico e non l’unico libro del genere scritto da Molist, che si è cimentato anche ne La reina oculta, inedito da noi, storia ambientata nel Duecento tra poteri temporali e religiosi. Magari un titolo da tradurre, in attesa di leggere cosa capiterà a Juan prossimamente.
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