Con questa raccolte di firme chiederei l’indizione di due refrendum (o referenda, se preferite): uno abrogativo con cui chiederei agli elettori italiani di espellere dall’ordinamento ogni riferimento alla legge elettorale maggioritaria; l’altro, da svolgersi successivamente, consultivo con cui impegnerei il Parlamento(ma sarebbe comuque costretto a farlo, pena il caos istituzionale, dall’esito del primo referendum) ad emanare una legge elettorale rigorosamente proporzionale.
Nessuno lo ha scritto finora, e se lo ha fatto io non l’ho letto, ma i guai che stiamo attraversando e che rischiano una vera e propria paralisi istituzionale derivano dal sistema elettorale introdotto in Italia con la L. 21 dicembre 2005 n. 270.
Questa legge, che in realtà è una legge maggioritaria (simile a quella legge Acerbo che spianò la strada verso il potere a Benito Mussolini e a quell’altra del 1953, la c.d. legge truffa, che venne saggiamente abrogata appena un anno dopo), in un Paese politicamente frammentato come il nostro, può portare al potere una esigua minoranza. In che modo? E’ presto detto. Senza farla troppo difficile, LA la legge elettorale vigente, nell’ipotesi in cui nessun partito raggiunga i 340 seggi (cosa assai improbabile in Italia), assegna d’ufficio 340 deputati alla lista o al partito che abbiano ottenuto una maggioranza relativa.
Esemplificando: la lista A prende il 20%, la lista B e la lista C il 15% a testa, le liste D,E,F,G e H il 10% a testa. Ebbene la lista A si vedrà assegnare 340 deputati, cioè la maggioranza assoluta, e governerà con il 20% del voto degli Italiani votanti.
E se a votare sarà andato a votare soltanto il 50% degli italiani, questa lista avrà ottenuto un potere enorme a fronte di quattro milioni di voti (se il corpo elettorale è di 40 milioni).
Non è assurdo?
E se a capo della lista vi fosse uno che poi diventa pazzo e crede di essere la reincarnazione di Cesare Augusto o, addirittura di Gesù Cristo? Oppure che so io? Un pesce in barile? Un prestanome, un poco di buono, un incapace?
Ah come rimpiango quei vecchi pentapartito quando tutti erano costretti a cedere qualcosa e nessuno poteva imporsi sugli altri.
Quelli erano i veri contrappesi del potere di cui parlava la buonanima di Montesquieu!