La fine del 2012 ha simboleggiato una vera e propria soglia critica per la mia vita, un cambiamento, la fine di un percorso. Inutile dire che il compimento del mio corso di studi è l'esempio più lampante di questa fine. Dopo anni di gioie e di dolori, di dure prove pressoché superate e di doveri assolti, mi sento finalmente in diritto di respirare. È come uscire da un'oscura caverna e vedere dopo giorni – che paiono secoli – la luce del sole. Sembra quasi di assistere ad uno spettacolo impossibile: "sto sognando, non può essere vero, non è reale". Abituata com'eri all'oscurità di quella caverna inospitale ma tanto famigliare, la luce, l'aria fresca il sole sulla tua pelle sembra quasi uno s scherzo di pessimo gusto. Una volta superato lo stordimento iniziale, però, capisci che non è uno scherzo. È tutto vero: ce l'hai fatta, sei arrivata alla fine. Ho passato gli ultimi due anni della mia vita, dedicando ogni molecola della mia energia all'università, al lavoro ed alla famiglia. Ho trascorso mesi assurdi, l'insonnia come amica e l'insoddisfazione sempre alle porte. Ho avuto paura, ho stretto i denti, sono andata avanti. Da qualche tempo, finalmente, siedo al di fuori della caverna. Non mi sono ancora allontanata per davvero: c'era un masso, a qualche passo dall'ingresso, e mi ci sono semplicemente adagiata sopra. Guardo davanti a me: vedo prati rigogliosi, le montagne all'orizzonte ed un azzurro fiume che cade dalla più alta di queste fino a valle. Il cielo è sereno, d'un azzurro che non mi pare di aver mai visto. C'è pace, libertà laggiù. Guardo a terra, vedo i miei piedi nudi, un tempo stanchi per la lunga marcia, ora finalmente in grado di condurmi dove il mio cuore è già: in quel prato, alle montagne, presso quel ruscello che pare fatto apposta per dissetarmi. Ho deciso di alzarmi: ho riposato a sufficienza. È tempo di partire, provare, agire.
Ho un unico, grande proposito per questo anno: non riguarda i miei fedeli amici libri, non riguarda il lavoro, non riguarda la famiglia, nemmeno l'università. Riguarda me, finalmente. È trovare la mia strada. Fino alla prossima caverna. Fino ad una nuova oscurità. Forte della consapevolezza che quell'acqua cristallina, i forti colori dell'ambiente che mi circonda e quella luce, calda e confortante, mi daranno la forza per superare qualsiasi ostacolo.
Buon viaggio amici. E buona vita!