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Proposta. Riforma della legge elettorale: collegi uninominali piccoli e primarie la miglior opportunità democratica

Creato il 10 gennaio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

In questa fase di transizione, nella quale il Governo Monti dovrà condurre l’Italia fuori da una delle crisi economiche più gravi della Storia Repubblicana, la politica, i partiti politici che ora a livello governativo siedono un po’ in panchina, hanno il dovere di mettere mano ad una serie di riforme istituzionali, la prima delle quali, a mio parere, è la modifica della legge elettorale, per recuperare un rapporto serio con i cittadini e gli elettori. La realtà di ora è che se dovessimo andare alle elezioni politiche anticipate con il Porcellum, rimarrebbero in essere due problematiche insostenibili per una democrazia compiuta: l’impossibilità di avere un governo di maggioranza, e l’impossibilità per gli elettori di potersi esprimere sul singolo candidato. Il primo problema sarebbe diretta conseguenza della presenza di Tre poli nella campagna elettorale, in quanto il Porcellum era stato congegnato dalla maggioranza di centro-destra per un sistema bipolare. La distribuzione dei seggi con il meccanismo attuale al Senato, impedirebbe la formazione di una maggioranza reale, a meno che uno dei Tre poli non prenda più del 3-4% dei voti, cosa impossibile. La seconda questione è quella delle liste bloccate, strumento per il quale sono i partiti politici a decidere coloro che siederanno in Parlamento in una graduatoria stabilita da loro sull’ordine dei candidati da mettere in lista, impedendo all’elettore di potersi esprimere sul singolo candidato. Diverse sono le opzioni enunciate, fra le quali le più significative sono il ritorno al voto di preferenza in un sistema proporzionale puro con soglia di sbarramento, un maggioritario uninominale a turno unico con quota proporzionale, sulla falsariga del Mattarellum, o un maggioritario a doppio turno con collegi uninominali e quota proporzionale. Senza scandire di chi sono le proposte, vorrei sottolineare quanto il collegio uninominale potrebbe essere l’elemento veramente innovativo e di recupero di un rapporto forte e di responsabilità fra gli elettori e il parlamentare. In un sistema proporzionale, seppur con soglia di sbarramento, la dinamica di selezione della classe dirigente rimarrebbe segnata da una forte delega al ruolo dei partiti, per cui gli elettori, pur in presenza di un voto di preferenza, ratificherebbero scelte operate con ampia delega al partito politico. Se i meccanismi di selezione dentro i partiti fossero davvero aperti ad un ricambio reale e ad un confronto veramente democratico, tutto ciò non risulterebbe così negativo, ma la realtà di questi anni non è questa. La legge elettorale in questo senso diventa uno strumento democratico di straordinaria importanza quando può incidere concretamente sul comportamento stesso degli elettori, a compensare un deficit di democraticità del sistema partitico medesimo. Il collegio uninominale a mio parere, può corrispondere meglio all’esigenza di riavvicinare il cittadino alla politica, in che modo? Nel prevedere collegi più piccoli rispetto a come erano stati congegnati con il Mattarellum, si riuscirebbe a conferire maggior territorialità alle candidature, rafforzato da un processo di primarie per il quale in ogni collegio uninominale, ogni Polo o coalizione dovrebbe prevedere al proprio interno la selezione del candidato di riferimento che andrebbe a rappresentarlo nella competizione elettorale con gli altri 2 Poli. Nella scheda elettorale si ritroverebbero dunque a competere nei collegi uninominali quei candidati che già hanno avuto una prima investitura democratica di rappresentanza con le primarie. In quest’ambito le primarie andrebbero regolamentate in maniera rigorosa, favorendo la partecipazione di militanti e simpatizzanti da non mobilitare all’ultimo momento, ma iscrivendoli in apposite liste nei mesi precedenti l’ufficializzazione delle candidature, così da eliminare o rendere ininfluenti dinamiche corporative e di interesse particolaristico. Nel garantire tutto questo, i partiti politici sarebbero costretti ad essere più attivi nei territori e ciò li costringerebbe a misurarsi in maniera più trasparente con i cittadini e a fare proposte più chiare, costituendo la prima soglia vera di sbarramento all’ingresso del candidato in politica, non certamente dentro le cosiddette “stanze chiuse”, ma in un confronto pubblico trasparente. La quota proporzionale in turno unico, garantirebbe una maggior pluralità delle presenze in Parlamento, a riequilibrare democraticamente una potenziale disparità di mezzi della quale i partiti politici più organizzati, avendo una visibilità mediatica più forte, potrebbero beneficiare nei collegi uninominali. Con collegi uninominali piccoli comunque sarebbe ininfluente introdurre soglie di sbarramento, perché la soglia sarebbe già data dalla selezione nelle primarie, dalla dimensione ristretta del collegio, garantendo visibilità e conoscenza del candidato. Il doppio turno, potrebbe risultare ancor più rappresentativo di una realtà politica italiana molto frammentata e plurale, ma dentro un sistema uninominale che dovrebbe garantire di per sé la governabilità, non tralasciando la necessità, con la quota proporzionale, di far vivere in parlamento un’adeguata rappresentanza democratica delle voci più significative presenti nella realtà socio-politica italiana. In questo caso l’introduzione di una soglia di sbarramento potrebbe garantire accordi di programma meno strategici e più condivisi. Le primarie rimarrebbero sempre lo strumento primo di selezione. Il sistema politico italiano andrebbe poi rivisitato nella funzione della Camera e del Senato, nella riduzione del numero dei Parlamentari, ma la legge elettorale, configurata nel meccanismo del collegio uninominale credo possa essere considerato il punto di ripartenza per una rinnovata e proficua stagione politica dell’era repubblicana italiana, dove i cittadini potranno dire di aver contribuito a selezionare una classe dirigente nella quale si riconoscono.

Luca Panichi

Nota di redazione: in effetti il testo è molto lungo ma ho voluto pubblicarlo per intero per dare ai lettori una opportunità di riflessione e perchè no, di nuove proposte alternative.



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