Qual è il limite dell’amore? È quello che divide vita e morte, realtà e sogno, normalità e follia? Chi lo stabilisce? Quando diventa un sacrificio, e quando la salvezza? In my blood è un viaggio introspettivo in un mondo di fantasmi foschi e impetuosi, l’immagine riflessa in uno specchio nero che narra di due storie intrecciate, inseparabili, legate da una goccia di sangue e dall’amore appassionato che infrange le regole e si proietta verso l’ignoto. Verso un ignoto che ormai è diventato familiare.
Un estratto dal racconto:
«È...» No, ci sono ancora. Tengo aperta la bocca, se la richiudo potrei non riuscire più a pronunciare nessuna parola. Mi sforzo, butto fuori l’aria, rivoglio la mia voce «Stronzo.»
«Grazie.» Si accende l’ennesima sigaretta, credo sia la terza, o forse la settima, non lo so, tutto mi appare come un ricordo sfocato, non sono sveglio, e non sono neanche morto.
«Bastardo.»
«Grazie.» «Figlio di p...»
La lettera u si rivela ostica per la mia gola, respiro di nuovo, ho la bocca arida, impastata, come se non bevessi da giorni. Potrebbe essere così, non ricordo bene «... puttana.»
L'autrice: Livin Derevel è una factotum con le idee chiare. Provocatoria, eclettica, prolifica, insopportabile, velenosa, originale, qualcuno dice grafomane, qualcuno dice anche di peggio. Negli ultimi anni ha cercato di dare un volto concreto e grintoso alla letteratura LGBTQI italiana, facendosi conoscere a livello nazionale prima grazie al fanwriting amatoriale e poi alle numerose pubblicazioni seriali. Cosa vuole dimostrare? Che vuole cambiare il mondo. Ha pubblicato numerosi racconti, è apparsa in antologie e il suo nome è sulla copertina di diversi romanzi. Non è brava nello scrivere la propria biografia e spera che nessuno la legga. Dove trovare l'autrice: Profilo Twitter, Facebook, Penna, matita e veleno, Goodreads.