Foto di Ignacio Maria Coccia
Dopo Lubecca, l'unica città dell'allora Germania ovest che toccava fisicamente la cortina di ferro, il “Checkpoint Alpha”, principale valico di frontiera fra le due Germanie, e la Berlino attuale con la sua memoria del muro , il viaggio prosegue verso sud, verso la Baviera, la Repubblica Ceca e l’Austria, nelle zone dove la Nato si attendeva l’eventuale invasione dei carri armati dell’Armata Rossa.Ascolta qui l'intervista a Matteo Tacconi
Foto Ignacio Maria Coccia
Vienna e Bratislava, una volta divise dal confine che separava l'Europa tra l'occidente atlantico e l'oriente sovietico, sono oggi unite dalla comune appartenze all’Unione Europea. A Gmund, in Austria, si sfruttano le bellezze neturalistiche e le acque termali, mentre subito al di là della frontiera pullulano casinò, pensioni un po’ dubbie, sexy shop e “asian market”, in una sorta di Tijuana mitteleuopea. Rispetto alla Germania, riunificata dopo la caduta del muro di Berlino, tra Austria, Slovacchia e Repubblica Ceca si avverte di più la presenza di un confine anche se oggi del tutto aperto grazie agli accordi di Schengen. Più sfumata invece, rispetto alla Germania, la memoria della cortina e della divisione determinata dall'appartenenza ai due sistemi politici che si contrapponevano in Europa.Ascolta qui l'intervista a Matteo Tacconi
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