Nel quarto trimestre 2012 l’oro è sceso in quasi tutte le valute, mediamente del 6,2%. Inoltre si è abbassata la volatilità, ai minimi degli ultimi dieci anni, così come i volumi trattati. In questa prima parte del nuovo anno, gli investitori hanno una rinnovata propensione al rischio e di conseguenza sono meno interessati ai beni rifugio.
Molti investitori sono passati dall’investimento in obbligazioni a quello in azioni e secondo il WGC questo fatto dovrebbe aumentare l’importanza dell’oro come diversificazione a basso rischio rispetto all’investimento azionario. Ma in molti paesi emergenti si sta verificando un miglioramento economico e sta affermandosi un sentimento positivo sulle prospettive future dell’economia. La domanda di oro potrebbe subirne le conseguenze negative.
Certamente la domanda di oro è stata fino ad ora sostenuta dai timori di spinte inflattive, soprattutto in Cina e India, e ad oggi i timori non sembrano ancora cessati.
Anche se la crisi dell’euro-zona è stata evitata dagli interventi della BCE, il pericolo non sembra per nulla scampato. Le conseguenze inattese delle misure di austerità, disoccupazione e calo dei consumi, potrebbero riaccendere le preoccupazioni per l’Europa nel corso del 2013. L’oro funzionerebbe come salvagente per i capitali se si dovesse verificare una crisi della zona euro.
Anche se le prospettive di crescita economica mondiale sono migliorate, i rischi rimangono alti. Di conseguenza l’oro, trascurato negli ultimi mesi, potrebbe infiammarsi un’altra volta come successo negli anni scorsi. Ma è molto probabile che l’ago della bilancia sarà ancora una volta costituito dalla domanda dei mercati emergenti.
Come sempre il mercato è diviso tra rialzisti e ribassisti, ma il sentimento che si sta diffondendo sempre di più è che, a meno di colpi di scena, gli anni d’oro per il metallo giallo stanno volgendo al termine.
METALLIRARI.COM © RIPRODUZIONE RISERVATA