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Prospettive. I fotografi che hanno fatto la storia della fotografia: Omaggio di parole a Franco Fontana

Creato il 15 settembre 2014 da Wsf

“Il colore è una sensazione fisiologica, è un’interpretazione psicologica emozionale della realtà.” Franco Fontana

Quello che dice spesso Fontana è quello di essere se stessi e di non imitare nessuno. Però sia chiara una cosa: la fotografia, come la scrittura, è una cosa che si ha dentro, da sempre. Non s’impara e non si acquisisce col tempo: ecco perché i miei sono più corsi di vita che di pratica fotografica.

Franco Fontana è considerato uno dei maestri della fotografia italiana. Nato a Modena il 9 dicembre del 1933, è in poco tempo passato dalla fotografia amatoriale a quella della ribalta internazionale. Gli sono stati dedicati oltre 40 libri in tutto il mondo. Le sue immagini sono esposte in musei pubblici e nelle gallerie private di tutto il mondo.
La ricerca fotografica di Franco Fontana è legata all’uso del colore. Il colore è per l’artista un mezzo espressivo di sensazioni filosofiche, emozioni e interpretazioni. Il suo lavoro mira a scuotere le abitudini mentali che rendono cieco il nostro sguardo. In un mondo fotografico che viveva nella convinzione che la fotografia “alta” fosse in bianco e nero, Fontana entra come abbattendo le porte, con i suoi colori sgargianti ridefinendone i confini.
Un colore vivo, reale e astratto, che accenna a strutture geometriche essenziali. Sue fonti d’ispirazione sono la natura e la luce. Paesaggi dove l’uomo è un’ombra che si confonde, dove i corpi e gli oggetti assumono leggerezza e inconsistenza come di fantasmi che vagano nell’infinito.
Gli scatti di Fontana cancellano per evidenziare. Ogni situazione appare come la sintesi delle cose, per realizzare il passaggio del ripreso da oggetto a soggetto. Immagini, che più che illustrare o rappresentare, badano ad esprimere, segnalare e interpretare ciò che abbiamo di fronte. Di seguito un’interessante intervista al maestro.

Alberto Mori Foto Franco Fontana

Immagine

Klat_Franco_Fontana_Modena_2005

ROSSO
e Dirac ci ha visto
perfettamente
ammassare le figurine
senza album
nelle tasche delle nostre
giacche in pelle
comprate in saldo
mentre i pianeti
prendono il numero
alla posta circondati da massaie
starnazzanti
e bandiera
rotta la trionferà
ma chi lo sa
se ci saremo ancora
e se avrà un senso
tutto questo niente
che ci portiamo addosso
come la casa la lumaca
rag doll
ad ogni spegnimento di pc,
ad ogni no,
che oggi non si può,
ad ogni passo tango
avanti e indietro/
sinistra a destra.
Rosso
che quello non basta mai
e finisce sempre
mentre colorano i tramonti
e poi ci tocca compensare con lo smog
[ventisigarettepereuroquattro]
che il fumo uccide
tra le ciminiere ciniche
e uccide bene,
bene davvero
ma – come sempre –
per noi ci mette troppo.
bandiera rotta la trionferà
.bandiera morta.

di Vera Bonaccini


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