In un momento in cui la pancia dell'italiano brontola sempre più ed è sempre più vuota, l'ennesima testimonianza della volontà popolare non ha tardato a manifestarsi. Se 500mila firme hanno rappresentato per molti mesi un obiettivo minimo, anche non desiderato e dato per irraggiungibile, ad oggi impallidiscono davanti alla realtà: sono esattamente 1210466 le firme consegnate questa mattina in Cassazione. La soglia di sicurezza, fissata alla quota di 700mila, è stata quasi doppiata. Quale sarà la sorte di questa, ennesima, onda di indignazione lo scopriremo a breve: il via libera della Cassazione è atteso entro il 10 dicembre, in attesa del trasferimento alla Corte Costituzionale. Qualsiasi sarà la sorte di questa silente onda di indignazione popolare, comunque, è opportuno non sottovalutare il respiro che arriva dalla base della marcia piramide italica. Al di là di ogni tecnicismo e dualismo Porcellum-Mattarellum, ciascuna firma sembra testimoniare la ferma volontà di riavvicinare la politica all'italiano medio. Ciascuna firma è figlia della degenerazione sprezzante e della mancanza di soluzioni a questo ormai tragicomico periodo di crisi, nel quale tutto il male si sta scaricando sulle spalle di chi ha sempre meno. Ciascuna firma vorrebbe essere, forse, un tentativo estremo fatto dal cittadino per manifestare la propria volontà di riappropriarsi del sistema Italia. Quella che fu identificata come legge porcata dallo stesso autore è destinata ad eclissarsi sotto la giusta scure della volontà popolare? Tutto il merito di questa battaglia va al lavoro sterminato dei Comitati, dei Partiti che hanno (più o meno timidamente) sostenuto le istanze di ribellione oggi certificate e desiderose di considerazione. Il contributo dei movimenti e dei cittadini informati ed assetati di cambiamento è tornato, dunque, prepotentemente in superficie. Che il Referendum costituisca o meno la soluzione definitiva ad un problema gravissimo è, ad oggi, cosa impossibile da affermare per chi semplicemente osserva la società italiana in attuale disfacimento. Qualunque sia il futuro, comunque, dal presente è arrivato un segnale fondamentale: basta all'eccessiva delega, basta ad una politica percepita (colpevolmente?) come lontana. La speranza di un'alternativa 'contagiata' da onde di civismo ritrova, dopo episodi come questi, fibre fortissime per concretizzarsi. Gli italiani vogliono tornare a costruire l'Italia, utilizzando in maniera non incisiva la sponda e l'amplificazione fornita dal sistema dei partiti. Sistema che, colpevolmente, è ad oggi percepito come terribilmente lontano e complice del disastro. Rabbia, indignazione e speranza sono componenti dell'inchiostro con il quale è stata riempita ognuna delle firme oggi consegnate in Cassazione. Sia che si tratti di Porcellum o Mattarellum, alla fine dei conti, il risultato non cambia: molti italiani hanno manifestato la volontà di riappropriarsi del futuro dell'Italia. Se tutto fosse accettato e convalidato, si potrebbe aprire una finestra utile per il voto la prossima primavera (15 aprile-15 giugno 2012, nds) Lo scenario designato potrebbe essere questo, salvo lo scioglimento anticipato delle Camere. Anche questa eventualità, forse, rappresenta una via di uscita dal desolante stallo nel quale stiamo precipitando. L'italiano chiede, a gran voce, di poter tornare a decidere come e con quali mani ricostruire nuovamente il sistema Italia. Ascoltarlo è il minimo dovere che chi amministra il bene pubblico possa compiere.
Fonti: "Referendum, oltre un milione di firme: 'E' un miracolo popolare'", La Repubblica