Non è un paese per vecchi II, il dramma degli esodati
Non è un paese per vecchi II è l’ultimo colossal della Casa cinematografica Paramatt. Si tratta di un film a sfondo biblico con frequenti incursioni nella nostra attualità. La storia è ispirata al libro dell’Esodo, e i protagonisti sono appunto il popolo degli “esodati”. I poveri esodati, appena liberati dalla schiavitù, inseguono il miraggio della “pensione promessa” e vagano senza meta rimpallati di ufficio in ufficio nella burocrazia faraonica. L’antefatto: le leggi scritte dalla ministra Fornero, braccio destro del faraone Monti, li hanno condotti verso questo destino infausto. La ministra aveva clamorosamente sbagliato il conteggio del loro numero. Ne aveva contati 65 mila mentre poi si scopriva che erano in realtà 400 mila, come dichiarato l’INPS. Nell’antico Egitto l’INPS è un ente di grande importanza sociale. L’acronimo significa Imbalsamatura, Nazionale, Prematura, Sudditi. Si occupa dei cittadini quando smettono di lavorare, insomma.
La ministra respinge però le accuse sull’errore di conto. Infatti per i suoi conteggi ha usato il modernissimo sistema delle astine, ovvero tante astine, tante teste, per intenderci. Il guaio è che il suo ministero era rimasto solo con 65000 astine a disposizione, mentre le altre erano state sottratte dagli altri ministri e utilizzate come stuzzicadenti per tenere aperti gli occhi quando parlava il faraone Monti. La Fornero non aveva altri mezzi. Non aveva neanche lo zero a disposizione. Girava voce che gli arabi avessero inventato lo zero, che facilitava di molto le operazioni di conto sui grandi numeri, ma gli arabi lo tenevano per loro e, avendo capito come funzionava, lo vendevano solo in cambio di assegni dove di zeri ce ne erano almeno sei. E il faraone Monti aveva inaugurato un’era di austerità che non permetteva sprechi di denaro. Aveva dimezzato il costo delle spese funebri per i faraoni, aveva rinunciato ad essere sepolto nella piramide denunciando la monotonia del posto fisso, e addirittura aveva introdotto l’IMU sulla seconda piramide. Comprare lo zero solo per contare gli esodati sarebbe stato uno spreco assurdo.
Ma torniamo all’azione principale del film. Gli esodati sono guidati da un certo Mosè che ha 120 anni e in base alla legge Fornero è ancora lontano dalla soglia della pensione. Mosè sale sul monte Sinai e rivoltosi a Dio chiede di poter avere la soluzione al problema del suo popolo, cioè dove reperire nel bilancio dello stato le risorse necessarie. E’ in questo momento che Dio appare e gli consegna le tavole della legge finanziaria, dove ha introdotto all’art 1 il comma 796 bis che risolverà, forse, il loro problema.
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TOP less GUN
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Dove osano le aquile III
Questa è l’avvincente trama. Il paese è in subbuglio. Infuria la polemica per i costi eccessivi dell’aereo. Costerebbe meno ingaggiare Balotelli per trent’anni con la missione di prendere a testate i terroristi. Si tratterebbe di testate nucleari ecologiche. Ma i tifosi del Milan scendono in piazza e occupano il palazzi del potere per la paura di essere privati del loro idolo.
Un noto studioso intanto mostra in una puntata di Report che il casco progettato per i piloti dell’ F35 costa da solo come un aereo. Però ha delle virtù davvero prodigiose. Ha dei computer incorporati e e non scompone le pettinature più ostiche. E’ stato “testato” sulla testa di El Sharawi e resiste.
Il film mostra subito delle sequenze mozzafiato dove si vede che gli F35 sono aerei da guerra terrificanti e ancora di più quelli italiani quando saranno personalizzati con l’applicazione sul muso di una protesi: si tratta della maschera di carnevale che riproduce il profilo aguzzo dell’ex ministro La Russa mentre ride. Come deterrente già basta.
Gli F35 poi dimostrano delle capacità di evoluzione nei cieli davvero grandiose. Riescono anche a passare capovolti dentro il buco del bilancio dello stato. Le frecce tricolori, quando hanno visto in azione gli F35, hanno perso il bianco e il verde e sono diventate rosse (anche politicamente) per la vergogna.
Alcuni aerei però -dicono i maligni- avrebbero un difetto per cui non sarebbero neppure in grado di atterrare sulle portaerei da cui sono decollati. Maldicenze.
“Invece atterrano benissimo, fidatevi!” Dice un comunicato di Al Quaida.
Poi viene fuori il problema dei fulmini. Sembra che questi aerei attirino i fulmini e non siano in grado di reggere all’impatto. A questo punto nel film subentra una divagazione mitologica. Si vede Zeus che dopo aver sentito del problemino che l’aereo ha con i fulmini, compra su Ebay una fornitura di F35 per esercitarsi nella gara di tiro. Anche Cupido prova a lanciare una delle sue frecce. Si vede l’F35 trafitto da una freccia che precipita innamorandosi di una mongolfiera di passaggio, forse per le sue rotondità.
Per il problema dei fulmini viene applicato un ingegnoso correttivo: viene installato sulla fusoliera un’antenna che funge anche da parafulmine. Col vantaggio che oltre ai fulmini prende Sky e senza bisogno di pagare l’abbonamento.
In particolare vengono sintonizzati sul canale che trasmette film porno. Un recente studio ha infatti dimostrato che con le immagini hot l’aereo migliora la sua performance nel decollo. Ma quando bisogna sparare, mostra qualche problema di eiaculazione precoce. Spara quando è ancora nell’Hangar e questo è un difettuccio da correggere. Ma non voglio raccontare come andrà a finire.
Aggiungo solo che il film è impreziosito dalla colonna sonora di Eugenio Finardi, in particolare la canzone F104 di cui riporto un brano:
Vorrei comprare un F104 a reazione
e mitragliare con precisione:
le risse da concerto e da pallone,
gli esperti della televisione.
Il rompiballe moralista,
l’idiota giornalista,
il chitarrista di banda armata.
Sarebbe bello avere il dito sul pulsante adesso:
questa gente ce l’abbiamo addosso.
Sempre di più!
Sempre di più!
Featured image, source, Umberto Scopa.
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