Alcuni esperti ritengono che le paure del mercato, su quanto potrebbe accadere all'oro nel caso in cui la Banca Centrale statunitense rallentasse gli stimoli all'economia (azione attesa per i primi di settembre), sono assolutamente esagerate.
Se la FED rallenta gli aiuti significa che l'economia va meglio e le banche possono quindi finire di comprare titoli di stato, attualmente nei loro bilanci per 2 trilioni di dollari, per cominciare a prestare denaro all'economia americana. Se il denaro attualmente impegnato in titoli di stato, si riversasse nell'economia, quasi certamente, produrrebbe una spinta inflazionistica. I metalli preziosi, oro compreso, ne trarrebbero un beneficio dal momento che sono una copertura contro l'inflazione.
Ma uno dei principali fattori che sosterrà i prezzi dell'oro nelle prossime settimane sono le tensioni geopolitiche in Siria. Le minacce di un intervento militare degli Stati Uniti hanno aumentato l'interesse degli investitori per l'oro e per gli altri beni rifugio, pur avendo l'effetto opposto sui titoli azionari.
Come ormai gli investitori in oro hanno imparato nel corso di quest'anno, la volatilità sul mercato dell'oro è diventata una regola che anche nei prossimi mesi continuerà a dominare. Ma le speranze che le quotazioni ricomincino a salire sono sempre più fondate.
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