Proteggere la foresta paga. Il caso dell'Ecuador

Creato il 07 settembre 2010 da Salvaleforeste
 

L'Ecuador sarà compensato per aver protetto la riserva forestale Yasuní, rinunciando a vantaggiosi profitti petroliferi. Governo dell'Ecuador ha concluso un accordo con l'UNDP che prevede un trasferimento di fondi da parte dei paesi donatori per la protezione del Parco Nazionale dello Yasuni. L'Ecuador aveva unilateralmente rinunciato a ingenti riserve petrolifere per garantire la protezione della foresta. Il Parco Nazionale dello Yasuní si estende su circa 9.820 chilometri quadrati, è ritenuto uno degli hotspot mondiali di biodiversità, oltre ad ospitare numerose tribù indie. Proprio nei giorni scorsi nello Yasuní, sono state scoperte 25 nuove specie di alberi.

La sua protezione dello Yasuní è un importante passo nella lotta al cambiamento climatico. Si calcola infatti che comporti un risparmio di circa 410 milioni di tonnellate di CO2, l'equivalente delle emissioni annuali di un paese come la Francia. Per questo il paese andino chiede alla comunità internazionale 3,6 miliardi di dollari, circa il 50 per cento dei proventi che potrebbero derivare dalla vendita del greggio e anche del legname pregiato di Yasuni.
Il denaro dell'iniziativa Yasuní ITT confluirà in un fondo fiduciario gestito dall'UNDP a cui si sono impegnati la Germania (910 milioni), la Spa